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storico italiano (1924-2009) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Alfonso Scirocco (Napoli, 1924 – Napoli, 22 settembre 2009) è stato uno storico italiano, professore emerito dell'università di Napoli Federico II.
Nel 1966 divenne titolare della cattedra di Storia del Risorgimento della Facoltà di Lettere dell'Università di Napoli "Federico II",[1] il suo interesse verso la storia risorgimentale lo portò a diventare membro del consiglio di presidenza dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, a far parte della Commissione nazionale per la pubblicazione dei carteggi di Cavour e della commissione per l'edizione nazionale degli scritti di Mazzini e di Garibaldi[2].
La sua attività di storico era principalmente concentrata su tre tematiche: la condizione del Mezzogiorno prima e dopo l'Unità d'italia, le ribellioni contadine col fenomeno del brigantaggio e le proteste sociali, gli aspetti della democrazia italiana nell'Ottocento[3], per quanto la vastità dei suoi studi permette di avere un quadro complessivo della storia risorgimentale a partire dall'età napoleonica fino alla proclamazione di Roma capitale d'Italia nel 1871.
Ha vissuto prevalentemente a Napoli; fu presidente dell'Istituto campano per la storia del giornalismo e socio dell'Accademia Pontaniana e della Società Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti di Napoli.
Nel 1980 ricevette il Premio Napoli per la ricerca meridionalistica.
È morto a Napoli nel 2009 ed i suoi funerali furono celebrati nella chiesa parrocchiale di San Gioacchino.
Il suo libro su Garibaldi, è stato ripubblicato più volte, tradotto in inglese dall'università di Princeton e in francese da Payot. Secondo Scirocco «Garibaldi è un eroe per antonomasia ... un cittadino del mondo. Combatté disinteressatamente per l'indipendenza del Rio Grande del Sud contro l'impero brasiliano e dell'Uruguay, si batté in Italia per l'unità nazionale e finì la sua carriera di soldato difendendo la Francia nel 1870 contro i Prussiani ... sposò i grandi ideali di libertà di tutti i popoli, tanto che nel 1867 partecipò al Congresso della pace a Ginevra e inviò messaggi di solidarietà a tutti i paesi che combattevano per la libertà. Il suo ricordo è ovunque e le sue gesta hanno generato entusiasmo e riconoscenza. In Inghilterra, Francia, Germania la sua opera è considerata con rispetto. Biografie popolari e sue immagini celebrano le sue imprese in tutto il mondo, mentre il suo fascino continua ad ammaliare». Scirocco arriva ad accostare alla sua figura quella di Che Guevara anch'esso «ricordato non come patriota che si è battuto per il suo popolo, ma come simbolo di libertà per tutti gli uomini della Terra»[4].
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