Alessandro Cavriani (Mantova, 21 giugno 1911Asinara, 9 settembre 1943) è stato un marinaio italiano, capitano di corvetta, medaglia d'oro al valor militare alla memoria, meritata per aver sacrificato la vita con il sottufficiale Virginio Fasan nell'autoaffondamento del cacciatorpediniere Vivaldi, nel mare di fronte all'isola dell'Asinara.

Fatti in breve Nascita, Morte ...
Alessandro Cavriani
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NascitaMantova, 21 giugno 1911
MorteAsinara, 9 settembre 1943
Cause della morteAffondato con il Vivaldi
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegia marina
Anni di servizio1927 - 1943
GradoCapitano di corvetta
Guerre
Studi militariAccademia Navale
marina.difesa.it
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Biografia

Nato a Mantova il 21 giugno 1911, nel 1927 si iscrisse all'accademia navale di Livorno. Ottenuto il grado di guardiamarina nel 1931, si imbarcò sull'incrociatore Alberico da Barbiano e poi sul Bartolomeo Colleoni. Promosso tenente di vascello, partecipò alla guerra civile spagnola.

Nel 1940, a bordo del Pola, si distinse nelle battaglie di Punta Stilo e di Capo Teulada. Nel marzo 1942, ormai capitano di corvetta, ottenne il comando della torpediniera Perseo. Nell'aprile 1943 fu assegnato al cacciatorpediniere Ugolino Vivaldi.

Il 9 settembre 1943 il Vivaldi, gravemente danneggiato dal fuoco tedesco nei pressi dell'Asinara, venne evacuato. Il comandante Cavriani e il sottufficiale Virginio Fasan, rimasti a bordo, crearono delle aperture per accelerarne la discesa, affondando con la nave.

Nel 1945 Cavriani è stato insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Onorificenze

Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
 Mediterraneo, 27 novembre 1940[1]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Valoroso ufficiale imbarcato per la durata dell’intero conflitto su unità fra le più attive, aveva già messo in luce elette qualità militari, d’animo e professionali, meritando fra l’altro due decorazioni al valor militare. Nel corso di ardua missione di guerra nella quale la silurante su cui era imbarcato quale assistente di squadriglia affrontava il nemico in acque ristrette e fortemente insidiate da mine, cooperava con bravura e serenità alla condotta dell’azione ed, incurante di ogni pericolo, interveniva nella lotta contro i gravi incendi e le avarie che l’offesa di mezzi costieri ed aerei aveva inflitto alla unità. All’ordine di abbandonare la nave, ormai ridotta in precarie condizioni, la lasciava fra gli ultimi, dopo essersi accertato della esecuzione delle manovre per l’autoaffondamento. Raggiunta in acqua un’imbarcazione di naufraghi, con l’animo ancora proteso alla be!la nave che si inabissava con apparente eccessiva lentezza, si lanciava a nuoto, incurante del richiamo del Comandante, e tornava a bordo per maggiorarne le vie di acqua, conscio di rinunciare così ad ogni possibilità di salvezza. Ai naufraghi che seguivano l’inabissarsi della Unità, riappariva sul castello nell’imminenza dell’affondamento assieme al sottufficiale che lo aveva seguito, diritto nel saluto alla Bandiera cui offriva l’olocausto di una nobile esistenza che aveva voluto legare al destino della nave. — Acque nazionali, 9 settembre 1943.»
 21 agosto 1945[2]

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

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