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sociologo italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Alberto L'Abate (Brindisi, 24 gennaio 1931 – Firenze, 19 ottobre 2017) è stato un sociologo, attivista e ricercatore italiano, impegnato nella ricerca per la pace e la nonviolenza.
Alberto nasce a Brindisi da Alma Bianca Zaccaro e Giovanni L'Abate. Nella sua esperienza umana, fondamentale è stata l'amicizia e la collaborazione con Aldo Capitini che lo inizia ai temi della nonviolenza. Con Capitini inizia a partecipare alle varie edizioni della Marcia della Pace Perugia Assisi. In seguito diverrà collaboratore delle iniziative di Danilo Dolci nella comunità di Trappeto in Sicilia. Collabora con Dolci al libro " Inchiesta a Palermo" e va a lavorare come volontario a Palermo nel Cortile Cascino dal 1954 al 1956. Tale esperienza ha influenzato la sua formazione di sociologo, in cui ha privilegiato lo studio dei conflitti, in particolare le dinamiche per la prevenzione delle guerre nel dialogo informale tra le parti. Alla fine degli anni '60 è stato Presidente del Servizio Civile Internazionale (S.C.I.) branca italiana. Come docente universitario, ha promosso il corso di laurea in "Operatori di pace, gestione e mediazione dei conflitti" dell'Università degli Studi di Firenze dove ha insegnato sociologia dei conflitti e ricerca per la pace. Negli ultimi anni insegnava online. per la Transcend Peace University. URL consultato il 5 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2013). " metodi di analisi e ricerca per la Pace." in inglese e in italiano.
[1] Nel 1977 si impegna attivamente con la moglie Anna Luisa Leonardi per impedire la nascita di due centrali nucleari nella Maremma toscana e laziale, attraverso un blocco della ferrovia Pisa-Roma a Capalbio. La coppia è stata processata ed assolta, con una sentenza che riconosce il valore della loro azione. Le due centrali poi non furono costruite. Agli inizi degli anni Ottanta Alberto e Anna Luisa sono in prima linea a Comiso, contro l'impianto di missili Cruise, partecipando alla Marcia internazionale Catania-Comiso.
Alberto e Anna Luisa hanno due figlie AlessandraBianca e Irene e due figli Giovanni e Andrew. Alberto e Anna Luisa si impegnano in due conflitti Internazionali in Iraq, con i Volontari di Pace in Medio Oriente, e in Kosovo promuovendo e conducendo l'esperienza dell'ambasciata di pace a Pristina[2] e si è impegnato nella "Campagna Kossovo per la nonviolenza e la riconciliazione", importante esperienza di mediazione per la pacificazione di una zona appena uscita dalla guerra nell'ex-Jugoslavia.
All'impegno accademico L'Abate ha sempre affiancato l'attività di ricerca e di formazione: nel Movimento nonviolento e nelle Peace Research,ed è stato inoltre portavoce dei Berretti Bianchi e promotore dei IPRI- Rete Corpi civili di pace.. Come ricercatore e programmatore socio-sanitario è stato anche un esperto delle Nazioni Unite, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Nel 2009 aderisce con grande forza alla Marcia mondiale per la pace e la non violenza. Negli ultimi anni ha fondato a Firenze La Fucina per la Nonviolenza, gruppo promotore di innumerevoli azioni a favore della pace e della nonviolenza.
La Biblioteca di Scienze sociali dell'Università degli studi di Firenze conserva il Fondo L'Abate[3], comprendente monografie, opuscoli, inventari su argomenti connessi alla storia, la storia delle religioni, il diritto ecclesiastico e canonico, la storia dei rapporti fra Stato e Chiesa. Nel 2018, la famiglia ha donato alla stessa biblioteca l'archivio di Alberto L'Abate, che raccoglie, in circa 400 faldoni, una vasta documentazione sui suoi studi e sul suo impegno nei movimenti pacifisti. L'archivio è in fase di riordino.
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