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compositore e violinista italiano (1886-1973) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Alberto Curci (Napoli, 5 dicembre 1886 – Napoli, 2 giugno 1973) è stato un violinista e compositore italiano attivo anche come editore e come paroliere con lo pseudonimo Devilli.
Nipote di Francesco Curci, fondatore delle Edizioni musicali Curci, iniziò in giovane età lo studio del violino; fu allievo del violinista Angelo Fermi[1] al conservatorio di Napoli. Diplomatosi nel 1904, ebbe l'opportunità l'anno successivo di recarsi a Berlino per perfezionarsi con Joseph Joachim. Completata La formazione con Joachim iniziò subito la carriera concertistica, apparendo nei teatri berlinesi già nel 1906 poi a Colonia e in molte altre città tedesche. Dal 1908 fu invitato più volte ad esibirsi in Scandinavia e nel 1909, in occasione del centenario di Mendelssohn, venne invitato a suonare il suo Concerto in varie città tedesche. L'attività in Germania fu molto intensa, coronata a Berlino con attività di musica da camera e l'esecuzione del Concerto di Beethoven. Intorno al 1910 fu invitato a Praga dal circolo di celebri violinisti intitolato al violinista boemo Otakar Ševčík.[2] Allo scoppio della prima guerra mondiale Curci dovette rientrare in Italia e, richiamato alle armi, tenne una serie di concerti per le truppe italiane al fronte. Nel 1916 gli venne offerta dal direttore del conservatorio di Napoli la cattedra di violino, carica che Curci tenne con onore per il resto della vita. Nel 1918, finita la guerra, intraprese una lunga tournée di concerti in Europa, nelle Indie Olandesi e in Oriente con il pianista Luigi La Volpe.[3]
Curci tornò definitivamente in Italia e nel 1919 fondò a Napoli, insieme con il fratello Alfredo e Oreste de Rubertis la società "Amici della musica", dove si esibirono gli interpreti tra i più prestigiosi del concertismo internazionale: Wilhelm Backhaus, Edwin Fischer, Walter Gieseking, Alfred Cortot, Arthur Rubinstein, Rudolf Serkin, Franz von Vecsey, Artur Schnabel, Jascha Heifetz, Adolf Busch, Fritz Kreisler, Gaspar Cassadò e naturalmente molti interpreti italiani.[3]
Dopo la guerra iniziò a dedicarsi alla carriera di compositore di opere prevalentemente didattiche, continuando ad insegnare al Conservatorio, e affiancando la carriera editoriale. Stabilita la propria sede a Napoli, Curci diede vita a diverse iniziative editoriali in collaborazione con altri colleghi: musica contemporanea, grandi collezioni di musica classica, repertorio didattico, revisioni di autori classici e romantici. Pubblicò monografie e opere teoriche italiane e straniere, alcune delle quali tradotte dal tedesco e dal francese dallo stesso Curci. Presso il Conservatorio, in un quarantennio formò numerosi allievi attivi in ambito didattico e concertistico tra i quali Aldo Pavanelli e Angelo Gaudino.[4] Dal 1966 diede vita alla "Fondazione Curci" con l'intento di incentivare l'attività musicale mediante l'assegnazione di borse di studio. Dal 1947 al 1973 è stato direttore responsabile del periodico “Rassagna musicale Curci”. È mancato a Napoli il 2 giugno 1973.[3]
Dal 1938, anno della scomparsa del padre Pasquale Curci, si occupò insieme ai due fratelli Giuseppe e Alfredo, dell'azienda editoriale di famiglia (il quarto fratello, Arturo, preferì invece dedicarsi alla professione di medico).
Selezione[5]
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