disciplina che si occupa della lingua e della letteratura albanese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'albanologia è una branca interdisciplinare delle discipline umanistiche che si occupa della lingua, del costume, della letteratura, dell'arte, della cultura e della storia degli albanesi.[1] All'interno degli studi vengono utilizzati i metodi scientifici della letteratura, della linguistica, dell'archeologia, della storia e della cultura. Tuttavia la lingua albanese è il principale punto di ricerca degli studi.
Johann Erich Thunmann nel XVIII secolo fu probabilmente il primo albanologo. Sostenne la teoria dell'autoctonia degli albanesi[2] e presentò anche la teoria dell'origine illirica.[3][4] In seguito Gustav Meyer dimostrò che la lingua albanese faceva parte della famiglia indoeuropea.[5]
Nel XX secolo tali studi furono approfonditi da Norbert Jokl, Milan Šufflay e Franz Nopcsa von Felső-Szilvás, nonché da Karl Reinhold ed Eqrem Çabej.
Gli studi di albanologia furono maggiormente sostenuti istituzionalmente in Albania a partire dal 1940 con l'apertura del Regio Istituto degli Studi Albanesi, che aveva preceduto l'Accademia delle Scienze dell'Albania, aperta nel 1972. Nel frattempo, negli anni '60, fu ricostruito anche l'Istituto Albanologico di Pristina in Kosovo, allora parte della Jugoslavia.[6] L'istituto nasce dal suo nucleo fondato nel 1953.[7]
«The first one who clearly formulated the thesis of the Illyrian origin of the Albanians, was the German historian Johannes Thunmann in the eighteenth century.»
«In fact, Albanian was not established definitively Indo-European until the latter part of the nineteenth century, when certain structural and lexical correspondences that demonstrated the Indo-European character of the language were noted (especially by Gustav Meyer)
[«Infatti, l'albanese non fu stabilito definitivamente come indoeuropeo fino alla seconda parte del XIX secolo, quando furono notate certe corrispondenze strutturali e lessicali che dimostravano il carattere indoeuropeo della lingua (soprattutto da Gustav Meyer)».]»