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poeta francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Alain Chartier (Bayeux, 1395 – Avignone, 1430) è stato un poeta e scrittore francese.
Alain Chartier era un chierico e presumibilmente, dottore in diritto ecclesiastico istruito all'Università di Parigi;[1] Chartier entrò al servizio reale: fu al servizio del delfino Carlo (il futuro Carlo VII di Francia), che lo inviò in numerose missioni diplomatiche estere, come quelle in Germania e a Roma tra il 1423 e il 1426; in Scozia nel 1428 per negoziare il matrimonio di Margherita di Scozia con il futuro Luigi XI di Francia.[2][1]
Nel 1429 partecipò al viaggio trionfale, voluto da Giovanna d'Arco, che doveva portare il Delfino all'incoronazione di Reims.[2]
Per quanto riguarda la data della morte di Chartier, la più probabile è intorno al 1430.[2]
Visse durante il periodo più drammatico della guerra dei cent'anni; Chartier mise volentieri la propria capacità letteraria al servizio di una passione civile: il suo Livre des quatre dames (1415) prese liberamente l'ispirazione dalla contemporanea battaglia di Azincourt,[2]per presentare una discussione tra quattro donne diventate vedove a causa della battaglia di Agincourt.[3]
Il Lay de la paix fu invece un invito al duca di Borgogna a recedere dall'alleanza inglese.[2]
Il Quadriloge invectif (1422), coraggiosa critica della guerra civile fra borgognoni e armagnacchi, contenne anche una profonda e sentita denuncia delle condizioni in cui era caduta la Francia del suo tempo,[2][3]rappresentata tramite il dialogo tra la Francia e le altre tre parti della società contemporanea: il clero, la nobiltà e il popolo.[1]
Il Livre de l'espérance fu dedicato al delicato argomento del celibato ecclesiastico e allo stato della Chiesa, presentando sullo sfondo il drammatico Scisma d'Occidente.[2]
L'Espérance ou consolation des trois vertus (1428), un po' come tutte le sue opere in prosa rappresentò allegoricamente la situazione politica e sociale condizionata dalla guerra dei cent'anni.[3]
Il suo capolavoro fu, secondo la critica letteraria, un breve poemetto d'amore intitolato La belle dame sans mercy (1424), che risultò il suo lavoro più conosciuto e che ebbe per tutto il Quattrocento numerosi imitatori.[2][3]Da ricordare anche le liriche Le Lay de paix e Le Bréviaire des nobles.[1]
Comunque l'importanza storica e letteraria di Chartier si dimostrò fondamentale nel campo della evoluzione delle idee,[2]oltre che per il suo stile didattico, elegante e colto che fu preso come modello dalle generazioni seguenti di poeti e scrittori di prosa.[1]
Egli fu tra i primi scrittori rinascimentali francesi a conoscere i buoni antichi (Cicerone e Seneca soprattutto), e manifestamente ricevette da loro una grande influenza, ancora più evidente nelle opere in prosa.[2]
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