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ingegnere e politico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Agostino Giambelli (Milano, 1891 – Milano, 20 aprile 1978) è stato un ingegnere e politico italiano.
Giambelli, nato in una famiglia di estrazione operaia, laureatosi in Ingegneria civile presso il Politecnico di Milano, è ricordato per aver dato un grande contributo alla costruzione della metropolitana di Milano[1], di cui nel 1949 realizzò il primo programma di costruzione[2] e nel 1952 in qualità di assessore ai lavori pubblici, deliberò, organizzò e diresse l'inizio del progetto operativo affidato all' ing. Amerigo Belloni[3][4] Nel 1955 fu anche il principale artefice della "S.p.A. Metropolitana Milanese", la società che si occupò del finanziamento e la realizzazione della metropolitana[4]. In sua memoria, una targa commemorativa è stata collocata presso la fermata della metropolitana di Piazza San Babila.[5]
Già affermato professionista durante il periodo interbellico[6], dalla fine del primo conflitto mondiale era stato militante e poi esponente del Partito Popolare, sostenendolo anche nella posizione antifascista assunta dal 1924, che lo rese, durante il ventennio, oggetto di ripetuti controlli della polizia.[7][4][8] Con la nascita del movimento di resistenza aderì alle forze partigiane della Democrazia Cristiana. Durante la Resistenza ricoprirà le cariche di commissario straordinario all'UCAPO e alla SEPRAL (Sezione provinciale dell'alimentazione di Milano, organo del Ministero dell'Agricoltura che costituiva l'Annona cittadina) per conto del CLNAI che aveva sede a Milano[9][10][11]. Nell'immediato dopoguerra Giambelli ha ricoperto diverse cariche politiche nell'amministrazione del comune, occupandosi della riforma urbanistica e del piano regolatore di Milano nell'immediato dopoguerra[12], risultando uno dei maggiori artefici della ricostruzione post-bellica della città.[13][14] Esponente di spicco e poi segretario provinciale della Democrazia Cristiana milanese, è stato vice-sindaco della città negli anni '50 del novecento e per 14 anni assessore ai lavori pubblici[15][16] sotto le amministrazioni dei sindaci Greppi e Ferrari.[17]
Sviluppò e fu presidente anche di una singolare iniziativa di trasporto pubblico extraurbano per mezzo di elicotteri, la Elipadana SAITE (Società Alta Italia Trasporto Elicotteri), attiva dal 1959 al 1961, una società a partecipazione comunale che aveva il compito di unire mediante voli in elicottero il capoluogo lombardo con le città vicine, Torino e Genova, e con Lugano. L’eliporto era in uno spiazzo in via Restelli, tra piazza Carbonari e viale Stelvio[18]. Il primo volo fu effettuato il 28 settembre 1959, sulla tratta Milano-Malpensa-Lugano,[19][20][21].
Fu anche membro del consiglio di amministrazione dell'Alfa Romeo[22][23], direttore generale della Gondrand.[6] e vice-presidente dell' "Ente Fiera Milano"[24]
Nel 1958 fu insignito della Gran Croce al Merito della Repubblica Federale di Germania e nel 1965 della medaglia d'oro dell'Ambrogino per i meriti resistenziali.[25]
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