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Agostino Fausti (Bracciano, 2 agosto 1918 – Africa Settentrionale Italiana, 4 luglio 1940) è stato un militare e aviatore italiano, decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Agostino Fausti | |
---|---|
Nascita | Bracciano, 2 agosto 1918 |
Morte | Africa Settentrionale Italiana, 4 luglio 1940 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Aeronautica |
Specialità | Caccia |
Anni di servizio | 1936-1940 |
Grado | Sergente maggiore pilota |
Guerre | Guerra di Spagna Seconda guerra mondiale |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Medaglie d'Oro al Valor Militare[1] | |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Nacque a Bracciano il 2 agosto 1918.[2] Impiegato presso le Ferrovie dello Stato, all'età di 18 anni si arruolò nella Regia Aeronautica come allievo sergente pilota.[3] Di stanza presso l'aeroporto di Firenze-Peretola fu promosso primo aviere nel maggio 1937.[3] Trasferito alla Scuola di volo di Foggia, ottenne il brevetto di pilota militare nel novembre dello stesso anno, e la promozione a sergente.[3] Dopo una prima destinazione sull'aeroporto di Torino-Mirafiori, fu trasferito all'aeronautica della Libia.[3] Sbarcò nel porto di Bengasi nel luglio 1938, assegnato al 13º Gruppo del 2º Stormo Caccia Terrestre, dove nel 1939 fu promosso sergente maggiore.[3]
All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940 prestava servizio presso la 77ª Squadriglia, 13º Gruppo, del 2º Stormo Caccia Terrestre, equipaggiata con i Fiat C.R.42 Falco. Il 2 luglio abbatte due bombardieri Bristol Blenheim sull'Aeroporto di Tobruch T.2, e per questo fatto fu decorato con una Medaglia d'argento al valor militare.[2] Trasferito temporaneamente alla 93ª Squadriglia dell'8º Gruppo, cadde in combattimento il 4 luglio, quando il suo C.R.42 fu abbattuto da un Gloster Gladiator del No. 33 Squadron RAF.[4] Quel giorno nove C.R.42 decollati da Menastir furono sorpresi da 6 Gladiator che attaccarono con il favore della quota. Sfruttando la loro maggiore velocità a bassa quota i caccia inglesi scompaginarono la formazione italiana, composta in quel momento da cinque caccia,i cui dopo un breve combattimento 3 furono abbattuti o si dispersero.[2] Dei cinque aerei italiani quello del capitano Franco Lavelli fu abbattuto, così come quelli del sottotenente Nunzio De Fraia e del sergente maggiore Trento Cecchi (tutti della 94ª Squadriglia),[4] mentre il tenente Domenico Bevilacqua (dalla 93ª Squadriglia) riuscì a sottrarsi al combattimento con le armi inceppate.[2]
Rimasto solo il sergente maggiore Agostino Fausti impegnò un breve combattimento con i sei caccia inglesi, riuscendo a danneggiarne due,[4] ma il suo aereo fu poi colpito precipitando in fiamme con la morte del pilota.[2] Successivamente decorato con una seconda Medaglia d'argento al valor militare,[2] essa venne tramutata nella Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Una via di Bracciano porta il suo nome.
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