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Ageltrude
imperatrice consorte del Sacro Romano Impero, regina consorte d'Italia e duchessa consorte di Spoleto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Ageltrude, o Agiltrude (Benevento, ca. 860 – 27 agosto 923), figlia del duca di Benevento Adelchi, fu regina d'Italia e imperatrice del Sacro Romano Impero come consorte di Guido di Spoleto, re d'Italia (889-894) e imperatore (891-894). La figura politica di Ageltrude ebbe un ruolo di primo piano nella storia d’Italia alla fine del IX secolo, quando, dopo la morte improvvisa di Guido (novembre-dicembre 894), salì al trono il giovane figlio Lamberto.
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Biografia
Riepilogo
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Figlia del principe longobardo Adelchi di Benevento e di Adeltrude, Ageltrude sposò il franco Guido II di Spoleto intorno all’875, quando egli era duca e marchese di Spoleto e Camerino. Guido II di Spoleto sconfisse Berengario del Friuli e nel 889 fu proclamato re d’Italia; nel 891 venne incoronato imperatore del Sacro Romano Impero, rendendo Ageltrude imperatrice. Il suo regno fu però breve: nel 894 morì, lasciandola vedova. Poiché il figlio Lamberto era minorenne, Ageltrude assunse la reggenza.
Nel 894 Ageltrude condusse a Roma il figlio quattordicenne Lamberto per ottenere dal papa Formoso la conferma del titolo imperiale; il pontefice, però, sosteneva il carolingio Arnolfo di Carinzia. Nel 896 Arnolfo marciò su Roma e fu incoronato in opposizione a Lamberto, costringendo madre e figlio a rifugiarsi a Spoleto. Il rovescio fu di breve durata: un mese dopo l’incoronazione morì Formoso e Arnolfo fu poco dopo colpito da un ictus che lo lasciò paralizzato.
Riconquistata l’iniziativa, Ageltrude consolidò la propria influenza a Roma e, dopo il brevissimo pontificato (due settimane) di papa Bonifacio VI, favorì l’elezione del suo candidato, papa Stefano VI. Forse su istanza sua e di Lamberto, il corpo di papa Formoso fu riesumato e sottoposto a un processo postumo per il presunto trasferimento illecito di sede episcopale; dichiarato colpevole, il cadavere fu infine gettato nel Tevere. L’episodio passò alla storia come il Sinodo del cadavere.
Nel 898, alla morte del figlio Lamberto durante una battuta di caccia, Ageltrude si ritirò dalla scena politica e si stabilì dapprima nel monastero di Camerino, quindi in quello di Salsomaggiore. Nello stesso anno fondò l’Abbazia di Rambona, affidandone la guida all’abate Olderico.
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Bibliografia
- P. Guglielmotti, Ageltrude: dal ducato di Spoleto al cuore del regno italico, in Reti Medievali Rivista, vol. 13, n. 2, 2012, pp. 163–186, DOI:10.6092/1593-2214/366.
- Tullia Gasparrini Leporace, «AGELTRUDE». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. II, Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 1960
Collegamenti esterni
- Ageltrude, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Tullia Gasparrini Leporace, AGELTRUDE, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 1, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.
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