Afrodite di Siracusa
scultura antica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'Afrodite di Siracusa è un'opera conservata al Museo archeologico nazionale di Atene: è la copia romana del II secolo d.C. di un originale greco andato perduto.
Afrodite di Siracusa | |
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Autore | sconosciuto |
Data | II secolo d.C. |
Materiale | marmo pario |
Altezza | 180 cm |
Ubicazione | Museo archeologico nazionale di Atene, Atene |
Coordinate | 37°59′20.76″N 23°43′54.48″E |
La statua è stata ritrovata in Italia, precisamente a Baia, dove un tempo sorgeva l'antica città di Baiae: il nome rimanda alla sua correlazione con la Magna Grecia. È alta 180 centimetri circa ed è scolpita in marmo pario. Inizialmente è appartenuta alla collezione di Lord Hope e solo successivamente è stata acquistata da Michael Embeirikos, il quale decise di donarla al museo archeologico di Atene nel 1924.[1]
La statua è stata restaurata dallo scultore Antonio Canova, in quanto mancava della testa, del collo e del braccio destro.[1] Afrodite è raffigurata quasi completamente nuda, con solo un himation sul fondoschiena, che la dea trattiene anche sul pube con la mano sinistra. Il restante panneggio le cade dietro e di fianco: l'ampio porzione di tessuto che scivola ai suoi piedi funge anche da supporto per la statua stessa. I piedi poggiano su di un basamento e tra i due è quello sinistro ad avere il maggior carico di peso. Con la mano destra, la dea prova a coprire il petto, nascondendo prevalentemente il seno sinistro; infine, la testa è rivolta verso sinistra. Con queste caratteristiche l'Afrodite di Siracusa può essere associata al genere dell'Afrodite pudica, di derivazione prassitelica (celebre è l'Afrodite cnidia, emblema di tutte le sculture collegate alla Venus pudica).[1]
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