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Africanis
razza canina Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il cane africanis o Kafir dog[1][2][3] è conosciuto con vari nomi, nelle varie lingue locali, è un nome generico attribuito a tutti i cani aborigeni del Sudafrica. Il nome deriva dalla contrazione del nome scientifico African canis. I vari altri nomi con cui è chiamato sono: African Dog, African Hunting Dog, Bantu Dog, Hottentot Hunting Dog, Hottentot Dog, Khoikhoi Dog, Umbwa Wa Ki-Shenzi, Zulu Dog, in lingua swahili umbwa wa ki-Shenzi che significa "buon senso" o "meticcio" o "cane tradizionale".


Il cane africanis è riconosciuto e protetto dalla Kennel Union of South Africa (KUSA)[4] come una razza emergente.[5] Non è ancora riconosciuto come razza dalla FCI; essi oggi rappresentano i cani pariah (cani da strada, cani selvatici, cani da villaggio) e sono i diretti discendenti dei cani dell'Africa antica.[6]
Secondo Desmond Morris l'africanis in passato è stato anche conosciuto come il Bantu Dog o il Pariah Dog sudafricano. I vecchi nomi locali includevano Sica, Isiqha, Ixhalaga, Ixalagha, Isigola, I-Twina e Itiwina.[7]
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Storia
Riepilogo
Prospettiva

L'africanis è un cane originale nazionale dell'Africa meridionale, le cui origini antiche si possono far risalire alla preistoria con i branchi dei lupi selvatici d'Arabia e d'India.[8]
Questi cani sono probabilmente discendenti dei cani della Valle del Nilo di Levante arrivati in Sudafrica a seguito delle migrazioni del popolo bantu.[9] La presenza del cane domestico in un sito Khoisan a Cape St. Francis (nella Provincia del Capo Orientale) può essere stabilito con certezza dal 800 a.C. in poi.[10][11] Vasco da Gama ed esploratori portoghesi, che esplorano nel 1497 il Sudafrica, parlano di cani simili a quelli portoghesi riferendosi ai cani del popolo Khoikhoi che li utilizzava.
Nel 1505 Theal parlando del Sudafrica e delle sue condizioni parla di un cane simile ad uno sciacallo con una cresta sulla schiena (Ridgeback) molto utile all'uomo. Più tardi Kollb nel 1713 descrive i cani khoisan:
«Hanno una piccola testa e il muso molto forte. Il mantello è grigio topo. Essi sono raramente superano il metro e sono appena un terzo più lungo. Le orecchie sono erette e taglienti".»
Furono i ricercatori Johan Gallant e Joseph Sithole, che studiando i cani delle fattorie del KwaZulu-Natal, compresero che non si trattava di semplici meticci ma di una vera e propria razza con caratteristiche definite e comportamenti ed aspetto omogenei.
(en[12])
«The Africanis is the real African dog, shaped in Africa, for Africa. "It is part of the cultural and biological heritage of Africa.»
(italiano)
«Il cane africano è il vero cane africano creato in Africa per l'Africa. Fa parte del patrimonio culturale e biologico dell'Africa.»
«Il cane africano è il vero cane africano creato in Africa per l'Africa. Fa parte del patrimonio culturale e biologico dell'Africa.»
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Caratteristiche
Questa razza si è evoluta come la conosciamo in risposta delle dure condizioni ambientali africane, l'intervento dell'uomo è stato marginale; solo i migliori per intelligenze e resistenza sono stati favoriti nella selezione naturale. Il suo aspetto non rigidamente definito è il risultato delle mutevoli condizioni ambientali pur potendosi individuare tratti comuni ben definiti. Questa razza si è evoluta in "ecotipi" modificati per una particolare regione e le condizioni specifiche in cui vivevano. Naturalmente molto resistente ai parassiti interni ed esterni.
Cane snello e muscoloso di taglia media da 50 a 60 cm (con una tolleranza di 2–3 cm), variabile nel peso da 25 a 45 kg.[13] Possiede un muso allungato; il colore del manto è di solito color marrone ma presenta tutte le possibili combinazioni di colore. Amichevole con l'uomo, espressivo, territoriale e vigile.[12]
Talvolta si riscontra la caratteristica cresta dorsale (ridge); questa è una caratteristica genetica che è stata trasmessa dall'africanis per la creazione della razza del Rhodesian Ridgeback.[12]
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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