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composto chimico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Afatinib, venduto tra gli altri con il marchio Giotrif, è un farmaco usato per trattare il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC).[1] [2] Appartiene alla famiglia di farmaci inibitori della tirosina chinasi .[3] È un farmaco somministrato per vie orali.
Afatinib | |
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Nome IUPAC | |
N-[4-[(3-Chloro-4-fluorophenyl)amino]-7-[[(3S)-tetrahydro-3-furanyl]oxy]-6-quinazolinyl]-4(dimethylamino)-2-butenamide | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C24H25ClFN5O3 |
Massa molecolare (u) | 485.937 g/mol |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 810-720-4 |
Codice ATC | L01 |
PubChem | 10184653 |
DrugBank | DBDB08916 |
SMILES | CN(C)C\C=C\C(=O)Nc3cc1c(Nc(cc2Cl)ccc2F)ncnc1cc3OC4COCC4 |
Dati farmacocinetici | |
Legame proteico | 95% |
Metabolismo | CYP non coinvolto |
Emivita | 37 ore |
Escrezione | Feci (85%), urina (4%) |
Indicazioni di sicurezza | |
È principalmente usato per trattare i casi di NSCLC che ospitano mutazioni nel gene del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR).[4]
Ha ricevuto l'approvazione normativa per il solo trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule,[5][3][6][7] sebbene ci siano prove emergenti a supporto del suo uso benefico in altri tumori come il cancro al seno.[8]
Gli effetti collaterali, organizzati a seconda della loro frequenza, includono:[5][6][7][9]
Così come lapatinib e neratinib, afatinib è un inibitore della proteina chinasi che inibisce irreversibilmente sia la chinasi del fattore di crescita epidermica umana del recettore 2 (Her2), sia quella del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR). Afatinib non è attivo solo contro le stesse mutazioni di EGFR che sono già bersaglio degli inibitori della tirosina-chinasi di prima generazione (TKI) come erlotinib o gefitinib, ma anche contro altre mutazioni meno comuni (contro le quali le molecole di prima generazione non hanno effetto).[10] Comunque afatinib non è attivo contro la mutazione T790M, che generalmente richiede l'utilizzo di molecole di terza generazione come osimertinib. A causa della sua attività aggiuntiva contro Her2, questa molecola è in fase di studio per il carcinoma mammario e altri tumori spinti da EGFR e Her2.[1]
Nel marzo 2010 è iniziato con questo farmaco uno studio di fase III su pazienti con NSCLC chiamato Lux-Lung 5 .[12] I risultati intermedi dell'autunno 2010 rivelavano un prolungamento pari al triplo nella sopravvivenza dei pazienti liberi dalla progressione della malattia, senza però incrementare la sopravvivenza globale. [13] Nel maggio 2012, lo studio di Fase IIb / III Lux-Lung 1 è giunto alla stessa conclusione.[14]
Nel gennaio 2015 uno studio di fase III su persone con NSCLC sostenne che il farmaco avesse prolungato l'aspettativa di vita nell'adenocarcinoma NSCLC in stadio IV con tumori 19-positivi di tipo Mutazione EGFR, rispetto alla tradizionale chemioterapia basata sul cisplatino, di un anno (33 mesi contro 21 mesi).[15] Lo stesso studio mostra anche la presenza di una forte attività contro le mutazioni dell'esone 18 (in particolare G719) ed è, pertanto, la terapia EGFR-TKI attualmente preferita per tali mutazioni (in particolare G719x).[16]
I risultati dei test clinici di fase II per il carcinoma mammario in cui è sovraespresso il recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano 2 (carcinoma mammario Her2-positivo) sono stati descritti come promettenti dagli autori, con 19 su 41 pazienti che hanno tratto beneficio da afatinib.[8] Sono in corso studi di fase III col metodo doppio cieco per confermare o confutare questo risultato. Tumori al seno Her2-negativi hanno mostrato una risposta limitata o assente al farmaco.[17]
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