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L'adipocera è una sostanza organica simile alla cera formata dall'idrolisi da parte di batteri anaerobi del grasso contenuto nel corpo, come il tessuto adiposo. Nella sua formazione, la decomposizione è rimpiazzata da una struttura compatta e permanente dei tessuti grassi, organi interni e della faccia.
L'adipocera fu descritta la prima volta da Sir Thomas Browne nel suo discorso Hydriotaphia, Urn Burial (1658).[1] Il processo chimico alla base della formazione dell'adipocera, la saponificazione, venne compreso nel diciassettesimo secolo quando i microscopi divennero ampiamente disponibili.[1]
Si ritiene che Augusto Bozzi Granville abbia in qualche modo creato delle candele dall'adipocera di una mummia e le abbia utilizzate per illuminare la lezione pubblica in cui riportò la dissezione della mummia.[2]
L'adipocera è un materiale friabile, ceroso, insolubile in acqua, consistente principalmente di acidi grassi saturi. In relazione al fatto che si sia formata dal grasso corporeo bianco o da quello bruno, l'adipocera presenta colorazione bianco grigiastra o marrone chiaro.[1]
Nei corpi, la struttura compatta dell'adipocera consente una qualche stima della forma del corpo e delle caratteristiche facciali, e le lesioni sono spesso ben conservate.[1]
La trasformazione dei grassi in adipocera avviene meglio in assenza di ossigeno in un ambiente freddo e umido, come in un terreno bagnato, la fanghiglia in fondo a un lago, o una bara sigillata, e può avvenire sia con corpi imbalsamati sia con corpi non trattati. La formazione dell'adipocera inizia entro un mese dalla morte, e in assenza di aria può persistere per secoli.[3] Un corpo infestato esposto, o un corpo in un ambiente caldo, è improbabile che formi depositi di adipocera.
I corpi delle donne, bambini, e persone sovrappeso sono particolarmente soggetti alla formazione di adipocera perché contengono più grasso corporeo.[1] In scienza forense, l'utilità dell'adipocera per la stima dell'intervallo post mortem è limitata poiché la velocità del processo dipende dalla temperatura. La decomposizione è accelerata dal caldo, ma gli estremi di temperatura la ostacolano.[1]
Su una scala temporale di secoli, l'adipocera in contenitori sigillati a tenuta d'aria (come le bare piombate utilizzate dai Romani) può convertirsi in "liquor corporeo", un liquido marrone/arancio che può essere altamente infettivo.
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