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giornalista, scrittrice e attrice italiana (1931-2015) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Adele Cambrìa (Reggio Calabria, 12 luglio 1931 – Roma, 5 novembre 2015[1]) è stata una giornalista, scrittrice e attrice italiana, fu una delle più note femministe italiane[2].
Figura centrale nella cultura italiana pre e post-Sessantotto con Camilla Cederna ed Oriana Fallaci, vicina alla sinistra progressista e al Partito radicale di Marco Pannella,[3] è stata fin dagli albori una sostenitrice del movimento femminista. Ha collaborato con giornali e riviste ed ha pubblicato diversi libri. Dopo aver conseguito la maturità classica al Liceo classico Tommaso Campanella di Reggio Calabria, si è laureata in giurisprudenza all'Università degli Studi di Messina, avvicinandosi al giornalismo nel 1956 dopo essersi trasferita a Roma, dove ha risieduto fino alla morte.[4]
Nel 1957 sposa il giornalista Bernardo Valli, da cui avrà i figli Emilio e Luciano; i due si separeranno dopo qualche anno.[5]
Autrice di opere di narrativa ed altre destinate al teatro,[6] è stata, insieme a Dacia Maraini, fra le fondatrici del Teatro La Maddalena di Roma. Amica di Pier Paolo Pasolini[7] è stata anche attrice in alcuni suoi film.
Come altri intellettuali progressisti presta la sua firma quale direttrice responsabile al quotidiano Lotta Continua (pur non avendone la direzione politica) per garantire la libertà di espressione e permettere al giornale di uscire, e di conseguenza nel 1972 è finita sotto processo (poi assolta) per un articolo sull'assassinio di Calabresi, a seguito del quale la Cambria si era dimessa, non condividendolo. Negli anni successivi ha aderito al Partito Socialista Italiano.[8]
Come giornalista ha esordito nel 1956 scrivendo sul quotidiano Il Giorno, quando era stato appena fondato da Gaetano Baldacci, ed ha collaborato a Il Mondo di Mario Pannunzio. Con Il Giorno è poi tornata a scrivere nuovamente fra il 1985 ed il 1997. Ulteriori collaborazioni giornalistiche:
Ha collaborato dal 1963 con la Rai, realizzando fra il 2000 e il 2003 per RaiSat trentanove trasmissioni sull'immagine televisiva della donna (E la Tv non creò la donna); è stata poi autrice di Trittico meridionale, tre trasmissioni sul meridione d'Italia dedicate rispettivamente a Ernesto de Martino (La terra del rimorso), Maria Occhipinti (La rivolta dei non-si-parte), Reggio Calabria (Dalla rivolta al professore). Per RaiSat Album ha poi firmato nel 2003 il numero zero di una serie televisiva dedicata alla storia del gossip. A partire dall'inizio 2011 alla giornalista viene affidata una rubrica all'interno della trasmissione di LA7, Le invasioni barbariche.
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