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Gli accordi di Ginevra (in inglese Geneva Accords; in russo Женевские соглашения?, Ženevskie soglašenija) è l'insieme dei trattati internazionali sottoscritti a Ginevra (Svizzera) il 14 aprile 1988 tra la Repubblica Democratica dell'Afghanistan e il Pakistan, con Unione Sovietica e Stati Uniti quali rispettivi garanti. A tali accordi fece seguito il ritiro delle truppe sovietiche dall'Afghanistan completato nel 1989, con cui terminò la guerra afghano-sovietica e il coinvolgimento dell'URSS nella guerra civile afghana.
Accordi di Ginevra | |
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Mappa raffigurante Afghanistan (sx) e Pakistan (dx) | |
Contesto | guerra in Afghanistan |
Firma | 14 aprile 1988 |
Luogo | Ginevra (Svizzera) |
Condizioni | ritiro delle forze sovietiche dall'Afghanistan |
Parti | Afghanistan Pakistan Unione Sovietica e Stati Uniti d'America |
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Il trattato consisteva in quattro separati accordi: un patto bilaterale tra Afghanistan e Pakistan che ristabiliva relazioni pacifiche tra le due nazioni, in particolare sulla base dei principi del non intervento e della non ingerenza reciproca nelle questioni interne del vicino; una dichiarazione sottoscritta dalle due potenze garanti, USA ed URSS, sul rispetto del precedente patto; un accordo bilaterale sempre tra Afghanistan e Pakistan che stabiliva principi di base per il rientro in patria dei profughi afghani ospitati nei campi pakistani; un accordo per la risoluzione della situazione interna dell'Afghanistan, sottoscritto dai due Stati e controfirmato dai due garanti[1]. Il trattato stabiliva anche un calendario per il ritiro dei militari sovietici dall'Afghanistan fissato in due scaglioni distinti, tra il 15 maggio ed il 16 agosto 1988 e tra il 15 novembre 1988 ed il 15 febbraio 1989[2].
Per aiutare ad implementare l'accordo e vigilare su sue violazioni, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite stabilì con la risoluzione 622 l'invio in Afghanistan di una missione di osservatori dell'ONU (UNGOMAP).
I guerriglieri mujaheddin materialmente impegnati contro le truppe regolari afghane e le forze sovietiche non presero parte agli accordi, sebbene Stati Uniti e Pakistan agirono de facto come loro rappresentanti[2]. La ritirata delle forze sovietiche si svolse nel rispetto di quanto stabilito, ma il trattato non riuscì ad arrestare i combattimenti in corso tra le forze governative afghane ed i guerriglieri, proseguiti fino al collasso del governo comunista in Afghanistan nell'aprile del 1992.
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