reggimento dell'Esercito Italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il 66º Reggimento fanteria aeromobile "Trieste" è un reparto di fanteria aeromobile, l'unico, dell'Esercito Italiano; ha sede a Forlì. Riprende le tradizioni del 66º Reggimento fanteria "Trieste" del Regio Esercito. È inquadrato nella Brigata Aeromobile "Friuli". I suoi assetti in teatro operativo dipendono dai Comandi deputati al Personnel recovery.[1]
66º Reggimento fanteria aeromobile "Trieste" | |
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Descrizione generale | |
Attiva | 1926 - oggi |
Nazione | Regno d'Italia Italia |
Servizio | Regio esercito Esercito Italiano |
Tipo | Fanteria aeromobile |
Ruolo | Personnel Recovery, CSAR |
Dimensione | Reggimento |
Guarnigione/QG | Caserma "De Gennaro", Forlì |
Soprannome | Aerò |
Patrono | San Martino |
Motto | "Osando vinco" |
Colori | Azzurro |
Battaglie/guerre | Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale Libano II UNOSOM II Guerra in Afghanistan Guerra in Iraq |
Anniversari | Battaglia di Takrouna (1943) |
Decorazioni | ![]() |
Parte di | |
1939-1943: 101ª Divisione motorizzata "Trieste" 1991-oggi: Brigata aeromobile "Friuli" | |
Comandanti | |
Comandante attuale | Col. Giordano Gemma |
Simboli | |
Simbolo | ![]() |
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Dal 18 settembre 2024 il reggimento è sotto il comando del colonnello Giordano Gemma.[2]
Il 66º Reggimento fanteria "Trieste" trae le sue origini dal 66º Reggimento fanteria costituitosi nel 1862 ed inquadrato nella Brigata "Valtellina" ed ha il suo battesimo del fuoco nel 1866 durante la Terza Guerra d'Indipendenza, nella battaglia di Custoza.
Partecipa alla prima guerra mondiale combattendo sul fronte Giulio, a Cima Tre Pozzi, in Val d'Assa e meritando, come tutta la fanteria italiana, la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia.
Nel 1926 prende il nome di 66º Reggimento Fanteria "Valtellina".[3]
Dopo essere stato inquadrato nella 101ª Divisione motorizzata "Trieste", il Reggimento, il 4 aprile 1939 cambia nome in 66º Reggimento Fanteria "Trieste" partecipando alla seconda guerra mondiale, dove prese parte alla campagna in Africa settentrionale, prima combattendo al fianco della 132ª Divisione corazzata "Ariete" per buona parte della campagna e poi contendendo il terreno all'8ª armata britannica da El Alamein alla Tunisia dove, durante la battaglia di Takrouna, il 1º Battaglione al comando del Capitano Mario Leonida Politi, si ricoprì di gloria tenendo in scacco una divisione nemica per diversi giorni e cedendo solo dopo aver terminato le munizioni,[4].
Infine il 13 maggio 1943 sulla linea del Mareth, in Tunisia, il reggimento viene sciolto, per eventi bellici.[3]
Il 1º ottobre 1975 il 66º Reggimento fanteria "Trieste" venne ricostituito a Forlì come 66º battaglione meccanizzato "Valtellina", in seguito alla ridenominazione del 2º battaglione del 40º reggimento fanteria "Bologna" e venne inquadrato nella Brigata meccanizzata "Trieste" con sede a Bologna, inquadrata a sua volta nella Divisione meccanizzata "Folgore".
Nel 1980 in occasione del terremoto che colpì le popolazioni della Campania, il battaglione intervenne in soccorso delle popolazioni terremotate in provincia di Salerno, meritando la medaglia di bronzo al valore dell'esercito e nel 1983 è impiegato in Libano con il contingente ITALCON.
Dopo lo scioglimento della Divisione "Folgore" avvenuto nel 1986, la Brigata "Trieste" venne a sua volta sciolta nel 1991 per lasciare il posto alla Brigata "Friuli" che trasferì il suo comando da Firenze a Bologna, inglobando il 66° Valtellina.
Nel 1992 il battaglione prende parte all'Operazione "Vespri" e l'anno successivo cambiò fisionomia organica, passando dall'ordinamento di battaglione a quello reggimentale, assumendo la denominazione di 66º Reggimento fanteria meccanizzata "Trieste". Da agosto 1993 a marzo 1994 il reparto ha preso parte all'Operazione "IBIS" in Somalia, registrando il 6 febbraio 1994 la perdita del Tenente Giulio Ruzzi, caduto a Balad, vittima di un'imboscata di banditi somali.
Negli anni seguenti il reggimento è stato spesso impegnato nelle missioni nei Balcani impiegato in più riprese nelle operazioni Joint Guard in Bosnia ed Erzegovina e Joint Guardian in Kosovo.
Nel 2000 con la riconfigurazione della Brigata da brigata meccanizzata a Brigata aeromobile il reggimento venne trasformato in reggimento di fanteria aeromobile, affrontando un impegnativo ciclo addestrativo per passare alla nuova configurazione, riconfigurazione completata nel 2004.
Nel febbraio 2012 aliquote di personale e mezzi del Reggimento si sono mobilitate per l'emergenza maltempo e sono intervenuti a Forlì e Cesena e presso i comuni di Meldola, Predappio e la sua frazione di Fiumana.[5][6]
Madrina del reggimento è la signora Adele Marchetti, vedova del generale Mario Leonida Politi, l'eroe di Takrouna.
Il battaglione aeromobile è la pedina operativa dell'unità. Con il supporto dell'aviazione dell'Esercito opera per garantire la funzione di Personnel Recovery (recupero del personale isolato) nelle missioni militari italiane all'estero.
Scudo Inquartato in croce di S. Andrea: nel primo di rosso a due sciabole d'argento in decusse - quella di destra a lama diritta - sormontate da un listello d'argento con la scritta "Custoza"; nel secondo d'azzurro a due spade manicate d'oro decussate e ridecussate con due rami di palma al naturale; il tutto sormontato da un giglio d'oro (Sondrio); nel terzo d'oro all'aquila dal volo spiegato di nero, tenente nell'artiglio destro uno scudetto ovale di rosso alla croce d'argento, posto in banda, e, con il sinistro, uno scudetto pure ovale d'argento in sbarra, alla fascia dello stesso con il motto "LIBERTAS" di nero (Forlì); nel quarto d'azzurro al silfio d'oro reciso di Cirenaica. Il tutto abbassato al capo d'oro.
Corona turrita.
Ornamenti esteriori: lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto: "OSANDO VINCO"
onorificenza: accollata alla punta dello scudo con l'insegna dell'Ordine Militare d'Italia pendente al centro del nastro con i colori della stessa.
nastri rappresentativi delle ricompense al Valore:
Fabrizio Castagnetti, già Comandante del Reggimento.
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