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film del 1964 diretto da Renato Castellani, Luigi Comencini, Franco Rossi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
3 notti d'amore è un film collettivo del 1964 in 3 episodi diretti da Renato Castellani, Luigi Comencini e Franco Rossi.
3 notti d'amore | |
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Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 1964 |
Durata | 113 min |
Rapporto | 2,35:1 |
Genere | commedia |
Regia | Renato Castellani, Luigi Comencini, Franco Rossi |
Soggetto | Castellano e Pipolo (La vedova) Luigi Comencini e Marcello Fondato (Fatebenefratelli) Massimo Franciosa e Luigi Magni (La moglie bambina) |
Sceneggiatura | Castellano e Pipolo (La vedova), Franco Castellano, Marcello Fondato (Fatebenefratelli) Massimo Franciosa e Luigi Magni (La moglie bambina) |
Produttore | Silvio Clementelli |
Casa di produzione | Jolly Film (Roma) Cormoran Film (Parigi) |
Distribuzione in italiano | Unidis |
Fotografia | Mario Montuori (La vedova), (Fatebenefratelli) Roberto Gerardi (La moglie bambina) |
Montaggio | Jolanda Benvenuti (La vedova) Roberto Cinquini (Fatebenefratelli) Giorgio Serrallonga (La moglie bambina) |
Musiche | Giovanni Fusco (La vedova) Carlo Rustichelli (Fatebenefratelli) Piero Piccioni (La moglie bambina) |
Costumi | Piero Gherardi |
Trucco | Euclide Santoli (La vedova), (Fatebenefratelli) Nilo Jacoponi (La moglie bambina) |
Interpreti e personaggi | |
La vedova di Renato Castellani
Fatebenefratelli di Luigi Comencini
La moglie bambina di Franco Rossi
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Doppiatori italiani | |
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La salma del capomafia don Ciccio Intralia viene condotta dalla Francia nella natia Sicilia per essere seppellita. Con essa la moglie del defunto, Giselle, che con la sua bellezza e i suoi modi di fare crea scompiglio tra i compaesani del marito. A sua insaputa viene presa a protezione dai cugini del marito; molti uomini rei di aver fatto troppi apprezzamenti vengono misteriosamente uccisi, tanto che la popolazione inizia a temere qualsivoglia contatto con Giselle.
In seguito a un incidente automobilistico la giovane Ghiga Lazzarini viene ricoverata al convento dei Fatebenefratelli. A causa di fratture multiple il dottore le nega il trasporto in ospedale, e la donna viene così costretta a rimanere nel convento col solo Fra Felice, un novizio, a farle da infermiere.
Notato il carattere docile e servizievole del giovane frate, Ghiga inizia a provocarlo tra ammiccamenti e racconti della sua vita, finché entrambi non iniziano a provare un sentimento reciproco, fatto che porta alla fuga del frate dal convento per cercarla a Milano; qui scopre che paradossalmente Ghiga è divenuta monaca, e in seguito a svenimento per l'amara scoperta, viene ricoverato nel convento da cui si era dileguato.
Cirilla è una giovanissima moglie piena di vita con un marito puritano e gravemente claustrofobico. Spinto dalla moglie nel farsi curare dall'amico psicologo, questi riconduce la causa della malattia proprio in Cirilla, nel troppo e nel tipo di amore paterno verso di lei, consigliando come cura il rapporto con un'altra donna.
Ingenuamente Giuliano racconta tutto a Cirilla, che in modo comprensivo tenta di risolvere il problema tramite l'amica Gabriella. Fallito questo tentativo, Cirilla decide di diventare seria e crescere per diventare una moglie vera. E quando Giuliano improvvisamente si sblocca, Cirilla lo pedina fino ad un albergo, scoprendo di essere tradita come una moglie vera.
Le riprese dell'episodio La vedova sono state girate tra Grammichele e Vizzini, in provincia di Catania.[1]
«[...] Catherine Spaak, seducente come sempre, e come sempre parca di espressioni (forse un po' sotto il limite consentito a un'attrice), salvo che in quell'una, di leonardesca ambiguità femminile, in cui è bravissima e che ha fatto giustamente la sua fortuna. [su La vedova] Così così. Gallismo e gelosia sicula sono anche troppo saturi di scherzi cinematografici, sebbene Castellani abbia condito il suo d'uno splendido paesaggio e dei vispi ritmi di un balletto scatenato intorno alla vedovella sexy. [su Fatebenefratelli] Anche qui sapevàmcelo che la carne, specie sullo schermo, è debole; la storiella alquanto grassoccia ha il merito di mettere bene in fuoco le allettative spacchiane. Con più bulino e maggior ricerca del nuovo, non importa se un po' sforzata, Franco Rossi ha raccontato la terza e ultima novella, La moglie bambina [...] Bene che gli episodi siano soltanto tre; bene il grande schermo e la festosità dei colori che insieme con altri ingredienti danno coesione di spettacolo a queste variazioni più o meno abusate sul tema della donna, peraltro sostenute qua e là da osservazioni argute e da qualche trovatina divertente. [...]»
Oltre alla colonna sonora originale di Giovanni Fusco, Carlo Rustichelli e Piero Piccioni, nel film si ascoltano anche diverse canzoni.
Nel secondo episodio:
Nel terzo episodio:
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