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architetto e urbanista italiano (1859-1946) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Vittorio Mariani (Siena, 29 settembre 1859 – Siena, 15 marzo 1946) è stato un architetto e urbanista italiano.
Nato a Siena da una famiglia di umili origini,[1] vinse nel 1873 l'Alunnato Mancini e nel 1880 l'Alunnato Biringucci, che gli permise di trasferirsi a Roma[2] dove studiò presso il Regio Istituto di Belle Arti, specializzandosi nel corso di Architettura.[1] Fu suo maestro l'architetto Giuseppe Partini.[1] Mariani si dedicò presto alla progettazione di edifici partecipando a numerosi concorsi, anche internazionali, ottenendo vari riconoscimenti: partecipò al concorso internazionale per erigere a Roma un monumento a Vittorio Emanuele II (1883); si guadagnò una menzione onorevole al concorso Gori-Ferroni (1885); costruì a Roma l'Officina Raddi, in collaborazione con l'architetto D. Martinelli; vinse il concorso per l'arredamento dell'ambasciata italiana a Madrid (1890).[2]
Tornato a Siena nel 1894,[1] nella città toscana l'architetto firmò notevoli progetti per edifici pubblici e privati (edilizia residenziale, ville), ma anche per la ridefinizione di spazi urbani come la piazza Umberto I (oggi piazza Matteotti), viale Franci e i giardini della Lizza.[1] Tra i progetti senesi più rilevanti si ricordano quello per il palazzo delle Poste (1908),[1][3] il fabbricato-viaggiatori della stazione ferroviaria (1912),[1] l'ampliamento del manicomio di San Niccolò (1914),[4][5] l'Asilo Monumento (1922)[1][6] e l'edificio della Cooperativa edilizia per gli impiegati del Monte dei Paschi in via Franci (1926).[1] Dal 1911 al 1916 si occupò anche della ristrutturazione di palazzo Salimbeni, sede centrale del Monte dei Paschi.[4] Progettò anche il primo edificio della Camera di Commercio di Siena (1905), poi snaturato completamente nel corso degli anni cinquanta.[6] Fuori Siena, di notevole interesse sono gli edifici realizzati a Grosseto tra il 1910 e il 1927 (Grand Hotel Bastiani,[7] palazzo del Monte dei Paschi,[8] palazzo del Governo)[2][9] e il palazzo delle Poste di Messina (1912-1914).[10]
Tra i vari incarichi pubblici che assunse nella sua vita, fu nominato rappresentante del Governo nella Commissione consultiva conservatrice dei monumenti per Siena e provincia nel 1895.[2] Nel 1902 entrò in consiglio comunale, ottenendo l'incarico di assessore ai lavori pubblici, rimanendovi fino al 1906.[1]
Altre opere minori, di difficile datazione, sono: i restauri della Loggia della Mercanzia e del Palazzo dei Diavoli, la ristrutturazione dell'ospedale di Montepulciano, le scuole elementari di Foiano della Chiana, e lo zuccherificio di Cavanella Po ad Adria.[2]
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