Vaiśālī
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Vaiśālī (devanagari: वैशाली) fu la capitale di Licchavi, una delle prime repubbliche esistite, della confederazione Vajji (Vrijji) mahajanapadas, attorno al VI secolo a.C. Fu qui che nel 599 a.C. il 24° giain Tirthamkara, Bhagwan Mahavira, nacque e fu portato a Kundalagrama nella repubblica di Vaiśālī, il che lo rende meta di pellegrinaggio per i giainisti. Anche Gautama Buddha predicò il suo ultimo sermone qui nel 483 a.C., e nel 383 a.C. il secondo concilio buddista fu convocato qui da re Kalasoka, per cui è anche un importante centro buddista.[1][2][3]
Al tempo del Buddha, Vaiśālī, che egli visitò in numerose occasioni, era una grande città, ricca e prospera, affollata di persone e con abbondante cibo. Una sua cortigiana, Amrapali, era famosa per la sua bellezza, ed aiutò parecchio a rendere prospera la città[4]. La città aveva tre cinte di mura, ognuna delle quali ad un gāvuta di distanza dall'altro, e in ognuna di essere si aprivano tre porte munite di torri d'avvistamento. Fuori dalla città si estendeva ininterrottamente fino all'Himalaya la vasta foresta di Mahavana[5]. Nelle vicinanze c'erano altre foreste, come ad esempio Gosingalasāla.[6]
La città viene citata negli appunti di viaggio degli esploratori cinesi, Fǎxiǎn (IV secolo) e Xuánzàng (VII secolo), che furono poi usati nel 1861 dall'archeologo britannico Alexander Cunningham per identificare Vaiśālī con l'attuale villaggio di Basrah nel distretto di Vaishali, in Bihar.[7][8]