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Un altare taurobolico è un monumento in pietra destinato a commemorare un sacrificio chiamato taurobolium, praticato in onore della dea Cibele[1], che consisteva nel sacrificare un toro. Talvolta un ariete (il sacrificio è poi chiamato criobolium).
L'altare taurobolico è un blocco di pietra parallelepipedo. Presenta generalmente una base modanata e un coronamento, costituito da una cornice e da una fascia attico, talvolta a timpano. Le dimensioni sono variabili, l'altezza può raggiungere il metro e mezzo. La natura della pietra varia a seconda delle regioni, calcare, marmo bianco (come a Lectoure), granito (come a Texon). Sulla faccia principale è inciso un testo che indica il beneficiario e il donatore del sacrificio, il nome del sacerdote, ecc. Sulle facce laterali sono scolpite in bassorilievo le teste, quasi sempre decorate da strisce (infulae), di animali sacrificati (toro, ariete), oggetti liturgici, harpè (una specie di spada dal dente ricurvo), coltello, spada, torcia, patena. Tronco, ramo, pigna, tutti legati al culto di Attis. All'invece di alcune affermazioni, non serviva da altare sacrificale e quindi non svolgeva alcun ruolo nel sacrificio stesso, ma veniva eseguito dopo, come commemorazione.
Il sacrificio era dato a favore delle persone che erano gli sponsor, ma potevano essere destinati all'imperatore, alla sua salute: l' altare taurobolico di Lione era dedicato all'imperatore Antonino Pio; a Lectoure, si offriva un taurobolio alla “salute della famiglia imperiale” da parte della repubblica dei Lactorati.
Le iscrizioni degli altari menzionano, con più o meno particolari, i seguenti elementi:
Ad esempio si leggono sull'altare di Lione le iscrizioni (lato anteriore):
«Taurobolio(m) Matris d(eum) M(agnae) Id(aeae) / quod factum est ex imperio Matris {{d}} / deum / pro salute Imperatoris [C]aes(aris) T(iti) Aeli(i) Hadriani Antonini Aug(usti) Pii p(atris) p(atriae) / liberorumque eius / et status coloniae Lugdun(ensium) / L(ucius) Aemilius Carpus IIIIII uir Aug(ustalis) item / dendrophorus / uires excepit et a Vaticano trans / tulit ara(m) et bucranium / suo inpendio consacrauit / Sacerdote / Q(uinto) Sammio Secundo ab XV uiris / occabo et corona exornato / cui sanctissimus ordo Lugudunens(ium) / perpetuitatem sacerdoti decreuit / App(io) Annio Atilio Bradua T(ito) Clod(io) Vibio / Varo co(n)s(ulibus) / L(oco) d(ato) d(ecreto) d(ecurionum)»
«Taurobolio della Gran Madre degli dei Idea, che è stato fatto per ordine della Madre degli dei, per la salute dell'Imperatore Cesare Tito Elio Adriano Antonino Augusto Pio, padre della patria, e dei suoi figli, e per la conservazione della colonia di Lugdunum. Lucio Emilio Carpo, seviro augustale, dendroforo ha ricevuto la virilità (del toro, ovvero i suoi testicoli) e l'ha trasportata dal Vaticano, ed ha consacrato a sue spese l'altare e il bucranio. Essendo sacerdote Quinto Sammio Secondo, ornato dai quindecemviri del bracciale e della corona, al quale il venerabile ordine (dei decurioni) di Lugdunum ha decretato la perpetuità del sacerdozio. Essendo consoli Appio Annio Atilio Bradua e Tito Clodio Vibio Varo. Luogo dato per decreto dei decurioni.»
(CIL XIII, 1751 = ILS 4131)
«Cuius mesonyctium / factum est V id(ibus) dec(embres)<»
«La cui cerimonia di mezzanotte fu fatta cinque giorni alle idi di dicembre»
(CIL XIII, 1751 = ILS 4131)
Le decorazioni principali, scolpite in bassorilievo, rappresentano i vari elementi del culto, escluse le rappresentazioni umane. Questi sono fondamentalmente :
[[Categoria:Epigrafia latina]]
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