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La Villa Blanc è una costruzione di pregio architettonico situata all'interno di un parco, di circa 47.000 m² situato sulla via Nomentana a Roma, che ha preso il nome di "Parco di Villa Blanc". Sorge di fronte alle ambasciate in Italia della Libia e dell'Iran.
Villa Blanc | |
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Villa Blanc nel 2016, a ristrutturazione quasi completata. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Località | Roma |
Indirizzo | Via Nomentana, 216 |
Informazioni generali | |
Condizioni | in via di ristrutturazione |
Costruzione | 1896 |
Ricostruzione | 2012 - 2016 |
Stile | Eclettico, anticipatore del Liberty |
Uso | Campus universitario |
Piani | 4 |
Area calpestabile | 2.700 m² |
Ascensori | 1, azionato da una caldaia a vapore |
Realizzazione | |
Costo | 75.000 lire (1893) |
Architetto | Giacomo Boni |
Ingegnere | Francesco Mora[1] |
Proprietario | Università LUISS |
Committente | Alberto Blanc |
A settembre 2016 la villa è chiusa, ancora in via di ristrutturazione.
L'edificio è il risultato di una ristrutturazione del 1896 di un preesistente edificio che sorgeva sulla vigna acquistata nel 1848 dal marchese Lorenzo Lezzani, costruttore di strade per lo Stato Pontificio,[2] che fece edificare su quel terreno un "casino per delizie" di 10 vani.[3] ampliato dal fratello Massimiliano[4] L'intera proprietà fu poi venduta per 75.000 lire nel 1893[5] al barone Alberto Blanc, senatore del Regno d'Italia e dal 1893 al 1896 ministro degli esteri di due Governi Crispi e deceduto nel 1904.
Alla morte del barone Blanc la proprietà della villa e del parco passano prima alla moglie Natalia e poi, nel 1927, ai quattro figli Gian Alberto, Margherita, Mario e Giulio.
Nel 1922 l'immobile diventa oggetto del "vincolo di importante interesse artistico" posto dall'allora competente Ministero della pubblica istruzione. Nel 1950 la villa ed il parco circostante vengono acquistati[6] al prezzo di 180 milioni di lire dalla Società Generale Immobiliare che nel 1954 ottiene la rimozione del vincolo posto nel 1922, ma mantiene il vincolo paesistico apposto nel 1953.
La Generale Immobiliare (che nel 1968 viene acquisita da Michele Sindona), nel 1972 vende per 15,5 milioni di marchi tedeschi la villa ed il parco all'ambasciata della Repubblica Federale Tedesca con la condizione risolutiva della previa rimozione dei vincoli urbanistici,[7] ma nel 1974 il Comune di Roma aggiunge un vincolo di destinazione a zona di verde pubblico. La vendita all'ambasciata non si realizza e la società fallirà nel 1987. Nel 1976 il Ministero della pubblica istruzione appone il vincolo della Legge 1089 del 1939 che tutela tutti gli edifici costruiti da almeno 50 anni. La Generale Immobiliare, proprietaria dell'immobile, entra in amministrazione controllata nel 1985, fallisce nel 1987 e la gestione del patrimonio passa in mano al commissario liquidatore.[8]
Nel 1992 la gestione liquidatoria stipula un contratto di vendita del parco con la villa, per 23 miliardi di lire[9] alla società Lases[10] ed il Ministero per i beni culturali decide di esercitare il diritto di prelazione al fine di collocarvi il Circolo ufficiali della Difesa, fino ad allora ospitato in Palazzo Barberini, ma la vendita per 28 miliardi di lire viene bloccata da un procedimento giudiziario. Un'indagine con l'accusa di peculato nei confronti (tra gli altri) del ministro dei beni culturali Alberto Ronchey e del suo direttore generale Francesco Sisinni porta all'arresto di quest'ultimo. Il 3 novembre 1994 il Tribunale dei ministri scagiona il ministro Romchey e il direttore Sisinni.
Nel 1996 l'Università LUISS acquista per 6,3 miliardi di lire, in un'asta pubblica, la villa ed il parco circostante,[11] ed il Comune di Roma, con la Giunta Rutelli, non esercita il diritto di prelazione esprimendo una "considerazione positiva" riguardo alla nuova destinazione d'uso[12] (insediamenti universitari) che il commissario straordinario del Comune di Roma Enzo Mosino formalizza nel 2001.[13][14]
Dopo averne gestito gli interventi straordinari e conservativi dal 1997, la LUISS avvia nel 2011 la ristrutturazione della villa e del parco, per un valore di 25 milioni di euro la cui conclusione è prevista alla fine del 2016.[15]
La ristrutturazione del 1896 fu la radicale trasformazione che rese Villa Blanc l'edificio di pregio artistico e architettonico che fu poi oggetto dei vincoli apposti. Il progetto strutturale dell'ingegnere piemontese Francesco Mora[16] si realizzò con il progetto architettonico dell'architetto Giacomo Boni che sperimentò tecniche nuove di lavorazione dei materiali tradizionali quali il ferro, la ghisa, il legno, la ceramica, il marmo ed il granito, il cuoio. La ristrutturazione si concluse nel 1897 realizzando l'attuale villino di circa 2.700 m². Non vi sono evidenze dell'intervento di Boni sul disegno e sulla realizzazione del parco che presenta numerose varietà vegetali.
La villa presenta una struttura più o meno cruciforme, ma irregolare, con volumetria irregolare complessa, sormontata da un campanile di impronta romanica con una ringhiera di ferro battuto ricca di dettagli.
Il loggiato, con le cariatidi che richiamano l'Eretteo, decorato con metope di ceramica policroma con elementi di carattere naturalistico, è considerato da Paolo Portoghesi[17] uno dei capolavori creativi del Boni che caratterizzano la villa. La sala da ballo è retta lateralmente da una serie di colonne in ghisa che racchiudono delle vetrate ed ha una volta a cupolette ottagonali dipinte e decorate.
All'interno del loggiato vi è la scala con la balaustra, formata da 40 colonnine lisce e tortili alternate, simbolo dell'armonia nella diversità. Riconoscibile dalle vecchie fotografie (presenti nei testi di cui alle note) che ritraevano l'ambiente, negli anni di abbandono della villa tutte le colonnine originali sono state trafugate.
La sala da pranzo ha il soffitto a cassettone, le pareti percorse da un rameggio di stucchi ed è ornata da un camino in marmo tardo quattrocentesco, proveniente dal mercato antiquario.
Il giardino d'inverno, con voltine metalliche, viene considerato il più grande d'Europa[18] e per il suo allestimento vengono fatti giungere dalla città olandese di Haarlem 10.000 bulbi di tulipano, oltre a lillà e rose-azalee.
La villa ha al suo interno una scala a chiocciola in ghisa, rivestita in legno, che collega i suoi diversi piani. Una caldaia a vapore fabbricata a Torino nel 1898 rappresenta il sistema di propulsione dell'ascensore-montacarichi della villa.[19]
Villa Blanc è stata decorata da Alessandro Morani che per Giacomo Boni fa un uso innovativo di materiali e tecniche tradizionali quali il vetro colorato, la ceramica e il mosaico. Morani viene assistito dal pittore e decoratore Adolfo De Carolis[20] che realizza, presso le fabbriche toscane Ginori, le terrecotte invetriate con motivi floreali.[21]
Alle decorazoni si sono applicati anche i pittori Giuseppe Cellini,[22] e Guido Calori.
Tra il 1924 e il 1928 furono realizzate le altre costruzioni presenti nel parco di Villa Blanc, quali la casa del custode, la capanna ad uso svizzero e le serre, unitamente alla risistemazione del parco.
Davanti all'ingresso del parco di Villa Blanc è presente un reperto archeologico: un mausoleo circolare simile al Mausoleo di Cecilia Metella, rinvenuto nel 1875[23] dall'archeologo Giacomo Boni sulla Via Flaminia di Roma, negli scavi archeologici di Tor di Quinto. Appartenente ad una coppia di mausolei cilindrici, il cui gemello è rimasto dove rinvenuto, nell'area in cui sorge il distaccamento dei Carabinieri a cavallo, nel 1896[24] è stato acquistato dal barone Blanc e nel 1897[25] è stato collocato all'interno del parco della villa. I successivi lavori di sistemazione urbana degli anni cinquanta fecero arretrare il perimetro del parco di trenta metri, lasciando il mausoleo all'esterno, sulla Via Nomentana.
Negli anni sessanta il parco si riduce di circa un terzo, giungendo alla sua attuale superficie, poiché sulla sua estremità est, fino a Via Rodolfo Lanciani che per un tratto sorge sull'estremità dell'originario parco, vengono costruiti gli edifici scolastici della Scuola media statale Auerelio Saffi (che oggi ospitano la Scuola media statale Rodolfo Lanciani e la Scuola elementare statale "Brasile"), una centrale di zona di Telecom Italia, Piazza Giovanni Winckelman e gli edifici circostanti, fino a Largo Rodolfo Lanciani.
Non appena acquistata la villa dalla LUISS nel 1997, la Soprintendenza per i beni archeologici, architettonici e culturali le impone di realizzare diverse opere di estrema urgenza per proteggere la villa dalle intemperie e salvaguardarla temporaneamente in attesa degli interventi di restauro e risanamento definitivi, e opere di bonifica del parco con l’estirpazione della vegetazione infestante e dannosa.
L'intervento di ristrutturazione della LUISS, progettato dall'architetto Massimo Picciotto[26] (che fu membro della Commissione per Roma Capitale[27] e Direttore immobiliare dell'IRI)[28] che dirige i lavori, avviene su uno stabile e su un parco abbandonati e degradati da quasi cento anni, dopo furti, crolli, atti di vandalismo e la sua trasformazione in rifugio per vagabondi.[29]
Nella sua "lectio magistralis" del 2013 l'architetto Paolo Portoghesi ritiene che l'intervento della LUISS sia stato risolutivo per la conservazione della villa, altrimenti destinata al continuo degrado, purché non venga stravolta l'opera del Boni.
Villa Blanc è in corso di restauro secondo le prescrizioni delle Soprintendenze [30] recuperando gli spazi, le forme e le decorazioni interne ed esterne della villa. Gli interventi di recupero e restauro hanno riguardato anche la scala con le cariatidi e la balaustra con le 40 colonnine lisce e tortili alternate, simbolo dell'armonia nella diversità, che furono trafugate durante gli anni di abbandono della villa.
Le aspirazioni dei residenti della zona, di disporre di un'ampia zona verde in un quartiere densamente abitato, hanno animato, nei decenni di scarso utilizzo e di chiusura del parco di Villa Blanc, diverse iniziative volte ad ottenere una fruizione pubblica del luogo. L'acquisto e la ristrutturazione del complesso da parte dell'Università LUISS - che destinerà una parte di parco alla libera fruizione[31] - ha placato solo in parte le aspirazioni dei comitati di quartiere, tra cui spicca il Comitato Villa Blanc.
Nel 2013 il TAR respinge il ricorso presentato nel 2012 da Italia Nostra ed altre 7 persone del Comitato Villa Blanc,[32] contro la realizzazione del centro universitario, e nella sentenza il TAR conferma la legittimità della destinazione d'uso progettata dalla LUISS, coerente con la destinazione d'uso del luogo.[33] I ricorrenti presentano appello al Consiglio di Stato nel 2014; un'udienza si è tenuta in luglio 2015 e la successiva è fissata a gennaio 2017.
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