Trattato di Turkmenchay
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Il trattato di Turkmenchay (spesso citato anche come Turkmentchaï, Turkemanchay, Turkamanchay, Torkamanchai[1]) è un trattato di pace secondo il quale l'impero persiano, conosciuto oggi come Iran, perse i territori settentrionali (per la maggior parte popolati da armeni e azeri) in favore dell'impero russo, dopo la sconfitta del 1828 alla fine della guerra russo-persiana del 1826-1828.
Trattato di Turkmenchay | |
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Firma | 10 febbraio 1828 |
Parti | Impero russo e Impero persiano |
Firmatari | Impero russo e dinastia Qajar |
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Il trattato venne firmato il 21 febbraio 1828 del calendario gregoriano (ovvero il 10 febbraio 1828 del calendario giuliano e il 5 sha'ban 1243 del calendario musulmano) da Haj Mirza Abol-hasan Khan e Asef o-dowleh, cancelliere di Fath Ali Shah, da parte persiana, e dal generale Ivan Fëdorovič Paskevič in rappresentanza della Russia.
Come avvenne per il trattato di Golestan, la Persia sconfitta fu obbligata a firmare il trattato con la Russia, dato che non aveva alternative dopo la disfatta di Abbas Mirza. Il generale russo aveva minacciato di conquistare Teheran in cinque giorni se non fosse stato firmato il trattato di pace.