Torre San Patrizio
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Torre San Patrizio (La Torra o La Tora in dialetto fermano[4]; più modernamente La Torre) è un comune italiano di 1 950 abitanti della provincia di Fermo nelle Marche.
Torre San Patrizio comune | |
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Mura di Torre San Patrizio | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Provincia | Fermo |
Amministrazione | |
Sindaco | Luca Leoni (lista civica) dal 27-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 43°11′02.29″N 13°36′39.6″E |
Altitudine | 224 m s.l.m. |
Superficie | 11,93 km² |
Abitanti | 1 950[1] (31-8-2020) |
Densità | 163,45 ab./km² |
Frazioni | Santa Maria d'Ete, San Venanzo |
Comuni confinanti | Fermo, Monte San Pietrangeli, Monte Urano, Montegranaro, Rapagnano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 63814 |
Prefisso | 0734 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 109040 |
Cod. catastale | L279 |
Targa | FM |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 988 GG[3] |
Nome abitanti | torresi |
Patrono | San Patrizio |
Giorno festivo | 17 marzo |
Cartografia | |
Posizione del comune di Torre San Patrizio nella provincia di Fermo | |
Sito istituzionale | |
Il primo insediamento umano risale al periodo piceno, come testimoniato dal rinvenimento di tombe e corredi funerari risalenti al VII e VI secolo a.C. durante scavi archeologici condotti in località San Patrizio nel 1934. Altri fortuiti ritrovamenti di reperti archeologici di epoca repubblicana e imperiale fanno suppore che la Turris Patritia fosse un pagus.
Non si trovano fonti fino all'XI secolo quando in una "precaria" del luglio 1059 viene citato "et in Colle Patritio". Successivamente viene elencato tra le cose più notabili della città di Fermo già fin dall'anno 1000, con il toponimo "Collis Sancti Patritii" connettendolo con il suo patrono San Patrizio.
Il ministerium de plebe Sancti Cassiani, confinante con quello di San Severino, comprendeva i castelli di Cerreto e Alteta e forse anche Gabbiano oltre il confine montegiorgese fino al torrente Ete Morto. Tale ministero figura in un solo documento redatto nell'aprile del 1100 del codice 1030 dove Masso vicedominus chuede al vescovo Azzo dei benefici: "idest ipso castello de filiis, quondam Teuzonis a vocabulo iuxta fluvio Tenna qui est infra ministerio de plebe Sancti Cassiani [...] et cum ipsa ecclesia Beata Sancta Maria que est de ipso castello [...] et cum medietate de ipsa ecclesia Beato Sancto Virgilio [...] et cum ipsa quarta parte de Beato Sancto Polo [...] habet finis de capo via de Loriano qui vadit in Sancto Severino et pergit in Tenna et vadit in putio de Cabiano er pergit in Eta, de pede via de Eta Morta qui vadit Sancro Petro de Patrinioni et vadit in vado del a Preta et vadit in Lauro et pergit in Eta , ab unno (sic) lato fine fluvio medio Eta, ab alio lato fine medio fluvio Eta Morta. Viene ipotizzato che il ministero dovesse comprendere anche il territorio di Monte San Pietrangeli e Ripa di Cerreto[5]
Adalberto di Adamo, con una precaria di agosto 1091 chiede in usufrutto vitalizio al vescovo Azzo diversi appezzamenti di terreno sulla sponda sinistra del fiume Tenna. Troviamo la pieve nell'elenco dei Firma servitia debitalia all'ultimo posto[6]. Di nuovo viene documentata nel nelle Rationes cinque volte dal 1290 al 1299 dove a versare la prima e ultima rata è il pievano Andrea, come un cappellano Andrea è ricordato per l'ecclesie S. Cassiani nel 1291, nel 1292 ne è pievano Girardo e dal 1290 al 1299 il cappellano di S. Cassiano risulta omonimamente un Girardo[6]. La prima chiara localizzazione geografica della Pieve di San Cassiano viene documentata nel 1406 e nel 1407 specificando che è ubicata nel territorio di Torre San Patrizio. L'ipotesi attuale è che la pieve sorgesse a nord dell'abitato nell'attuale contrada San Cassiano dove fino a metà anni cinquanta sorgeva una chiesina dedicata ai SS. Ippolito e Cassiano dei quali le reliquie sono state traslate nella chiesa del SS. Salvatore[6]. La chiesina dei SS Ippolito e Cassiano è riportata nelle relazioni del visitatore apostolico del 1573[7], sul poggio ove sorgeva in origine la chiesa ora si trova una casa colonica abbandonata. I due santi venivano invocati durante la processione delle <<rogazioni>>, nella sosta che si effettuava presso la porta del lato nord del paese (ex porta marina)[6].
Nel 1229 gli homines di Torre San Patrizio vengono citati nei patti di Fermo per insubordinazione sociale.
Doveva già essersi eretto a libero comune nel 1258 quando Manfredi re di Sicilia assoggettò con proprio editto "Turris Sancti Patritii" insieme ad altri comuni al dominio fermano.
Torre San Patrizio nello scontro tra guelfi e ghibellini si schiererà con quest'ultimi. Prova dell'adesione alle istanze ghibelline è il fatto che il 25 settembre del 1301 Pietro Caetani, nipote di Papa Bonifacio VIII, rettore della Marca di Ancona infliggerà al podestà di Torre San Patrizio la fortissima multa di 1000 marchi d'argento.
Il 13 dicembre del 1414 dopo aver preso il castello di Rapagnano, Galeazzo Malatesta si attesta con il suo accampamento lungo il fiume Ete Morto tra i castelli di Torre San Patrizio e Monte Urano. Il [..] dicembre assoggetta il castello di Torre San Patrizio e in seguito senza colpo ferire il 22 dicembre occupa Monte Urano[8]. L'8 giugno 1416 il comune di Fermo recupera il possesso del castello di Torre San Patrizio che torna alla signora di Lodovico Migliorati[9].
Nel 1433 con l'arrivo nella marca fermana di Francesco Sforza e la sua investitura a signore di Fermo da parte di papa Eugenio IV anche Torre San Patrizio passa sotto il controllo del nuovo signore.
A settembre 1435 a Fermo viene fissata una tassa sui focolai contro la quale tra gli altri protestano alcuni cittadini appena insediati nei castelli del contato tra i quali Vanne di Torre San Patrizio. La protesta si spingerà fino a Todi dove tiene campo Francesco Sforza il quale non accoglie le richieste[10][11].
L'8 novembre 1443 il generale Paolo di Sangro al comando delle truppe del re di Aragona muovendo dal castello di Montegiorgio pone in assedio, espugna e brucia il castello di Torre San Patrizio per poi attaccare il 27 novembre il castello di Monte Urano che seguirà la medesima sorte[12].
Il 15 aprile 1445 con pubblico bando viene dato ordine di pagare entro 8 giorni le quote per il restauro delle cinta murarie di Torre San Patrizio e Monte Urano prevedendo un contributo secondo le condizioni economiche da 10 a 40 soldi[13]. All'origine di questa disposizione la tradizione vuole far risalire l'associazione del leone sforzesco (dorato sormontante un ramo di cotogno) nello stemma cittadino dove inizialmente era presente soltanto una torre.
Nel 1466 viene realizzato presso la chieda della Madonna delle Rose un affresco ritraente "Madonna col Bambino in trono tra San Nicola da Tolentino e San Bernardino da Siena, in alto il Redentore benedicente" dal pittore Pierpalma da Fermo ed è una delle due sole opere firmate dell'artista. L'opera che inizialmente venne attribuita a Pietro Alemanno successivamente assegnata a Pietro Alima e ha rappresentato per anni il fulcro del corpus pittorico e stilistico di questo artista. Recentemente si è correttamente attribuita l'opera al maestro crivellesco Pierpalma da Fermo[14][15].
Nel 1494 con la scusa dell'accoglienza data a Torre San Patrizio ai mietitori fuoriusciti da Ascoli Piceno viene giustificato l'invio di un contingente ascolano in aiuto dei tolentinati[16].
Il 1497 vede Torre San Patrizio come campo di battaglia e di scorrerie per scontri tra Fermo e Ascoli Piceno che supportava la vicina Monte San Pietrangeli. Nei fatti, Monte San Pietrangeli predava il mulino e distruggeva i campi di grano delle vicine Torre San Patrizio, Francavilla d'Ete e Petriolo. Sfruttando l'instabilità del momento il conte Antonio di Tolentino attaccò i contendenti distruggendone i raccolti. Seguì una rappresaglia di Monte San Pietrangeli che però finì con la rotta degli assaltatori e i contadini dei paesi circostanti che razziarono bestiame per 200 ducati 20 some di grano dal mulino che venne poi distrutto per rappresaglia dell'attacco precedente.[17]
Nel 1498 Monte San Pietrangeli con l'istigazione e il supporto di Ascoli Piceno e Montolmo riprese le scorrerie in danno di Torre San Patrizio, Petriolo e Francavilla d'Ete. La città di Fermo pose a difesa dei castelli vessati il genovese Andrea Doria, inviato del conte di Urbino, con 50 fra uomini d'arme e balestrieri a cavallo, La situazione si capovolse in sfavore del castello di Monte San Pietrangeli tanto che il 22 maggio 1498 risultava assediato da Andrea Doria con 2000 fanti e 400 cavalieri[18]. Tolto l'assedio a Monte San Pietrangeli e partito il Doria, durante l'estate si assiste alla discesa da Chiaravalle di Ercole Bentivoglio forte di 400 lance che dopo 6 giorni giorni di battaglia rinuncia a prendere il castello di Torre San Patrizio. Da cui si porterà prima su Montegranaro razziandone il bestiame e catturando due ragazzi per poi muoversi su Grottazzolina e Alteta dove viene respinto da entrambe e infine dirigendosi a Falerone per poi risalire Chiaravalle. Ripasserà in seguito da Torre San Patrizio per guadare il Tenna alla volta di Monterubbiano[19].
Nella seconda metà di agosto 1515 a seguito di un tentativo di Battista Guerrieri di prendere la signoria fermana si addivenne a uno scontro tra le truppe di questi e le forze guidate da Girolamo Brancadoro proprio sotto le sue mura di Torre San Patrizio. Le forze del Guerrieri subirono una pesante sconfitta e i fuggischi ripararono a Monte San Pietrangeli, consegnando la signoria fermana a Lodovico Euffreducci[20].
Il 16 dicembre 1544 su istanza del napoletano Maestro Francesco Boni si decise di chiamare i Frati Minori Conventuali redigendo una delibera di consiglio ricordata attraverso una pergamena conservata presso il convento di Montegiorgio che menziona come in precedenza vi fosse un solo sacerdote[21].
Nel 1550 Torre San Patrizio viene annoverata tra i castelli di proprietà di Fermo che vi invia un podestà e un magistrato rinnovandone le cariche ogni sei mesi.
Nel triennio 1594 - 1597 padre Orazio Civalli, Ministro provinciale dell'ordine dei Frati Conventuali delle Marche compie una visita triennale della quale stila una relazione e per "La torre di S. Patrizio" riporta la presenza di una chiesa nella quale vie è molta devozione per un crocifisso[22].
Abitanti censiti[30]
A Torre San Patrizio è ambientato "La nostra casa sull'Adriatico"[31][32] di Margaret Collier (1846-1929)[33], un vero e proprio diario (dal 1873 al 1885, con introduzione di Joyce Lussu, che fu nipote dell'autrice) in cui la scrittrice inglese racconta la sua vita nella provincia italiana all'indomani dell'Unità d'Italia. Sposatasi il 19 aprile 1873 con il colonnello romano Arturo Galletti de Cadilhac (1843 - 1912)[34], Margaret Collier e suo marito decisero di andare a vivere a Torre San Patrizio in località San Venanzo (ora chiamata "Villa Zara"). Tuttora è visibile (solo dall'esterno) la casa dove vissero Margaret e suo marito.
Al figlio della scrittrice, l'ingegnere Roberto Clemens Galletti de Cadilhac che fu pioniere nello studio della telegrafia senza fili, è dedicato il teatro comunale.
I collegamenti più importanti sono:
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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4 giugno 1985 | 21 maggio 1990 | Dino Cognigni | Democrazia Cristiana | Sindaco | [35] |
21 maggio 1990 | 24 aprile 1995 | Alberto Regno | Partito Comunista Italiano Partito Democratico della Sinistra |
Sindaco | [35] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Alberto Regno | Centro-sinistra | Sindaco | [35] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Sauro Apolloni | Lista civica | Sindaco | [35] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Sauro Apolloni | Lista civica | Sindaco | [35] |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Giuseppe Barbarella | Lista civica | Sindaco | [35] |
26 maggio 2014 | 27 maggio 2019 | Giuseppe Barbarella | Lista civica | Sindaco | [35] |
27 maggio 2019 | in carica | Luca Leoni | Lista civica | Sindaco | [35] |
Il comune di Torre San Patrizio è gemellato con:
Fa parte dell'AST 4 di Fermo.
La società sportiva Torrese (che sì è fusa con la squadra di calcio di Monte San Pietrangeli) ed ha formato l'ASD Monte e Torre calcio, milita nell'attuale campionato calcistico di Terza Categoria. Oltre alla Torrese è presente anche il Torre San Patrizio calcio (anch'essa in Terza Categoria) e la Torrese calcio amatori (UISP).
La società sportiva Torre Volley (pallavolo femminile) attualmente in serie B2, ha partecipato al campionato di B1 negli anni 2011-2012.
Nel paese è presente anche una società di calcio a 5, la Torrese calcio a 5, che milita in Serie C1.
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