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genere di animali della famiglia Thylacosmilidae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il tilacosmilo (gen. Thylacosmilus) è un mammifero marsupiale vissuto in Sudamerica durante il Pliocene, circa tre milioni di anni fa.
Thylacosmilus | |
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Cranio | |
Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Infraclasse | Marsupialia |
Ordine | Sparassodonta |
Famiglia | Thylacosmilidae |
Genere | Thylacosmilus (Riggs, 1933) |
Specie | |
|
Nonostante questo animale si fosse evoluto in Sudamerica, allora un continente isola, da animali simili ad opossum, le sue caratteristiche lo rendevano quasi identico alle famose tigri dai denti a sciabola del Nordamerica. Questo, infatti, è un chiaro esempio di evoluzione convergente. Il tilacosmilo era dotato di un paio di lunghissimi canini che, in posizione di riposo, venivano riposti lungo una flangia ossea probabilmente ricoperta di pelle, proprio come in alcuni parenti primitivi di Smilodon. Tuttavia i canini di Thylacosmilus, a differenza di quelli delle tigri dai denti a sciabola, avevano radici che si estendevano fin sopra le orbite, e inoltre non smettevano mai di crescere (hypselodonti), una caratteristica che potrebbe essere stata ereditata da un suo antenato comune con altri grandi sparassodonti come Paraborhyaena[1] e che avrebbe potuto fungere da compensazione in caso di loro rottura[2]. Thylacosmilus non era più grande di un leopardo con 1,50 metri di lunghezza e 70 centimetri circa di altezza e con una buona muscolatura, le spalle, erano potentissime, come nei felidi dei continenti settentrionali, e probabilmente queste caratteristiche si combinavano insieme per garantire un metodo di caccia molto simile a quello delle sue controparti americane ed europee. Come essi infatti, aveva zampe posteriori semi-plantigrade, permettendo all'animale di avere una maggiore stabilità nel bloccare la preda al suolo e lacerarne la gola coi canini[2].
Altre caratteristiche da "machairodonte" del cranio, come la presenza di una barra postorbitale e la forma triangolare del cranio in visione ventrale, sono riscontrabili anche in placentati dai denti a sciabola del genere Barbourofelis[2].
Le differenze riguardavano principalmente il fatto che, come già detto, al contrario di quelli dei mammiferi placentali, i denti del tilacosmilo erano a crescita continua, e inoltre il tipo di muscolatura del collo, dedotta soprattutto dalla forma delle vertebre cervicali, che doveva essere meno potente di quella delle vere tigri dai denti a sciabola (nonostante il fatto che studi biomeccanici indichino che i muscoli mandibolari di Thylacosmilus fossero più deboli di quelli di Smilodon, costringendo l'animale a contare in misura ancora maggiore sui muscoli del collo[1]). In più gli artigli non erano retrattili e si stima che avesse un'intelligenza simile a quella degli odierni canguri[2]. Queste caratteristiche "inferiori", insieme ad altre (ad esempio le zampe più corte nel tilacosmilo), devono aver determinato l'estinzione del tilacosmilo quando America Settentrionale e America Meridionale si riunirono, proprio nel corso del Pliocene, e la fauna del Nord (inclusi i felidi dai denti a sciabola) invasero quella del Sud, vincendo in molti casi la competizione (anche se sembra che il tilacosmilo si fosse estinto già da prima dell'arrivo delle tigri dai denti a sciabola[2]).
Del genere Thylacosmilus si conoscono principalmente due specie, T. atrox e T. lentis, molto simili tra loro. Thylacosmilus venne scoperto durante la Marshall Field Expedition in Argentina del 1926, che rinvenne abbondanti mammiferi del Pliocene nella provincia di Catamarca. I fossili del marsupiale dai denti a sciabola furono tenuti dal Field Museum a Chicago, e qui E. Riggs (1934) li usó come base per la descrizione originale di Thylacosmilus atrox. Quando Riggs pubblicó il suo studio, i placentati dai denti a sciabola erano conosciuti alla scienza da circa un secolo, ma trovare un marsupiale con convergenze evolutive con essi nell'isolamento del Sud America fu piuttosto inaspettato. L'esemplare fossile di Thylacosmilus del Field Museum mancava parti dello scheletro, ma permise a Riggs di fornire un'immagine molto verosimile dell'animale, e rimane la collezione più completa posseduta ad oggi. Nei primi anni 80 fu scoperto eccellente materiale cranico, insieme ad alcune ossa post-craniali, a Buenos Aires e nelle province della Pampa, permettendo interpretazioni più definite della dentizione e del meccanismo del morso. All'inizio fu classificato in una propria sottofamiglia, i Thylacosmilinae, all'interno di Borhyaenidae, una grande famiglia di marsupiali predatori del Sud America che includeva una varietà di forme simili a donnole o cani. Studi successivi mostrarono che Thylacosmilus differiva così tanto da qualsiasi borhyaenide che la creazione della famiglia Thylacosmilidae era giustificata (Goin and Pascul 1987), e tale differenziazione rendeva l'assenza di qualsiasi forma transizionale nei resti fossili ancora più sorprendente. Solo negli anni '90 si scoprí un secondo genere di thylacosmilide più primitivo - Anachlysictis - in depositi del Miocene medio dalla Colombia (Goin 1997), portando i reperti conosciuti di questa famiglia indietro di circa 12-15 Ma, ed espandendo la sua diffusione geografica a quasi l'intera lunghezza del continente[1]. Più recentemente, un nuovo genere e specie di thylacosmilide, Patagosmilus goini, è stato scoperto in depositi del Miocene in Argentina; mostra caratteristiche intermediarie tra il primitivo Anachlysctis e il derivato Thylacosmilus - "derivato" in questo contesto vuol dire che presenta tratti assenti in generi più primitivi (Forasiepi and Carlini 2010). I thylacosmilidi differivano da altri borhyaenoidi in varie caratteristiche dei loro crani, compreso la presenza di canini superiori dalle corone alte e una symphysi mandibolare alta e proiettata ventralmente[2]. Achlysictis lelongi è il nome più vecchio e tecnicamente corretto di Thylacosmilus atrox, ma la maggior parte dei paleontologi preferisce il nome Thylacosmilus.[1]
Dimensioni: grande, simile ad un giaguaro (Panthera onca). Lunghezza del cranio: 10 in (26 cm). Lunghezza testa-corpo: forse 3–4 ft (1-1.25 m). Massa corporea: probabilmente 110-220 lb (50–100 kg). La lunghezza della mandibola equivale a 7.1 in (18 cm).
Caratteristiche ecologiche: terrestre. Carnivoro e predatore.
Relazioni evolutive: ordine Sparassodonta (estinto). La famiglia (Thylacosmilidae) è strettamente imparentata ai borhyaenidi e ai proborhyaenidi.
Significato del nome: il genere significa "marsupio coltello". L'epiteto specifico significa "crudele".
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