Strage degli innocenti
episodio nel Vangelo secondo Matteo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La strage degli innocenti è un episodio raccontato nel Vangelo secondo Matteo (2,1-16[1]), in cui Erode il Grande, re della Giudea, ordinò un massacro di bambini allo scopo di uccidere il neonato "re dei giudei", della cui nascita era stato informato dai Magi giunti a Gerusalemme da oriente per aver visto sorgere la sua stella e chiedere notizie sul luogo in cui era avvenuta. A Erode, interrogati sacerdoti e scribi sul luogo in cui sarebbe dovuto nascere il Messia, fu detto che nelle Scritture ne veniva preannunciata la provenienza da Betlemme di Giudea, luogo di nascita sia di Davide che di Gesù. Egli chiese pertanto ai Magi di recarvisi, di informarsi sul bambino e di portargli sue accurate notizie, ma essi - trovatolo e adoratolo - furono poi avvertiti in sogno di non avvisare Erode e tornarono per un'altra strada. Quando il re lo venne a sapere si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù. Secondo la narrazione evangelica, Gesù scampò alla strage in quanto un angelo avvisò in sogno Giuseppe, ordinandogli di fuggire in Egitto; solo dopo la morte di Erode Giuseppe tornò indietro, stabilendosi in Galilea, a Nazareth.
Strage degli innocenti massacro | |
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Duccio di Buoninsegna, La strage degli innocenti | |
Tipo | uccisione multipla |
Data | incerta, intorno al 28 dicembre tra gli anni 7 e 4 a.C. |
Luogo | Betlemme |
Stato | {{Giudea romana}} |
Responsabili | Soldati di Erode il Grande |
Motivazione | Ostilità di Erode il Grande nei confronti di Gesù |
Conseguenze | |
Morti | Bambini maschi da 0 a 2 anni in numero incerto |
La maggior parte degli studiosi moderni nega la storicità dell'episodio, presente solo nel racconto di Matteo e non trovandosi menzionato nelle opere di Giuseppe Flavio, fonte principale della storia giudaica del I secolo[Nota 1][2][3]. Una parte minoritaria degli studiosi ne accredita invece la storicità, presumendolo sulla base di un accostamento col carattere e la modalità di governare che ebbe Erode, la cui biografia ne traccia un ritratto di un uomo assetato di potere che non esitò, per assicurarselo e mantenerlo, a compiere vari misfatti e assassinii tra i quali quelli di vari parenti e di alcune centinaia di oppositori.[4][5][6][Nota 2] Secondo Macrobio, Augusto, ricevuta la notizia della morte dei figli di Erode, Alessandro e Aristobulo, da lui ben conosciuti, ebbe a dire: «È meglio essere il maiale di Erode piuttosto che uno dei suoi figli»; infatti Erode, essendo giudaizzato, non mangiava carne di maiale, anche se non esitò ad uccidere i suoi stessi figli.[7]
Nella tradizione occidentale e cristiana il racconto è divenuto un topos culturale che ha dato luogo nei secoli a moltissime rappresentazioni artistiche: i bambini innocenti che muoiono violentemente, uccisi dalla sete di potere, vittime inconsapevoli di un odio spietato contro chi può ostacolare i piani di potenza e di dominio.
Nel XII secolo, a Parigi, il nome degli Innocenti fu dato ad una chiesa e al cimitero adiacente ad essa, entrambi poi rasi al suolo verso la fine del XVIII secolo.