Storia del caffè nel XVIII secolo
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Di fronte ad un brusco aumento della domanda fin dall'inizio del XVIII secolo, la coltura di Coffea arabica si ampliò rapidamente, seppur su una base genetica assai limitata; solo alcune delle varietà Typica e Bourbon vennero esportate e duplicate in tutto il mondo.[1] Nel 1706 quattro piante vennero riportate dagli olandesi da Giava ad Amsterdam e in seguito offerte - nel 1714 - a vari orti botanici europei: questa rappresenta la cosiddetta specie Typica.
Entro il 1730 vi sono già tre denominazioni di caffè in competizione: Java, Mokha (comprendente il caffè delle attuali Antille olandesi) e Bourbon pointu (francese, a partire dal 1715 a La Réunion e successivamente di Saint-Domingue).[2] Con lo scoppio della rivoluzione francese oltre l'80% della produzione mondiale giunse dalla Guyana olandese, dalla Colonia del Brasile e da Saint Domingue; quest'ultimo sarà principalmente riesportato, sia nel continente europeo ma anche nel Vicino Oriente, a tutto discapito del Java.