Acquasola
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L'Acquasola (o Acqua Sola; in lingua ligure Acaseua /akaˈsøːa/) è una spianata posta su un'altura del centro di Genova, al limite dello storico quartiere di Portoria e affacciata su San Vincenzo.
«Città la cui topografia è colma di bei nomi di quartieri (Portoria) e di Piazze: piazza dell'Acquaverde, delle Fontane Marose, dell'Acquasola. E il suo orizzonte ha una solennità incomparabile ...»
(Valery Larbaud, scrittore francese (1881-1957))
Si estende da piazza Corvetto fino al ponte Monumentale che sovrasta via XX Settembre e congiunge il quartiere di Portoria con quello di Carignano.
Fino dai primi del Novecento è stato uno dei luoghi prediletti dai genovesi per passeggiare (preferibilmente la domenica sera, verso l'ora del tramonto, come scriverà nel 1828 Stendhal in Viaggio italiano).
La spianata dell'Acquasola è caratterizzata, oltre che da eleganti palazzi (fra i quali il palazzo ex-Eridania dell'Università di Genova), chiese e conventi, da uno fra i maggiori giardini pubblici della città, l'omonimo Parco dell'Acquasola. È stato il primo parco pubblico del capoluogo ligure.[1] Prospetticamente antistante al parco vi è un altro punto verde di grande richiamo a Genova, la storica Villetta Di Negro, sede del museo d'arte orientale Edoardo Chiossone. I due parchi sono divisi dalla sola piazza Corvetto con al centro la statua equestre dedicata a Vittorio Emanuele II.
Dalla terrazza della villa delle Peschiere, leggermente rialzata rispetto alla spianata, Charles Dickens - ospite di facoltosi amici - annotava per il suo volume Pictures of Italy (1843):[2]
Il giardino vicino, che appare fra i tetti e le case, tutto fiorito di rose rosse e fresco per le acque delle piccole fontane, è l'Acqua Sola: la promenade pubblica, dove la banda militare suona gaiamente, dove i veli bianchi delle donne si radunano numerosi, e la nobiltà genovese gira, gira, gira, in abiti da cerimonia, se non con perfetta saggezza, intorno nelle carrozze di gala.
Per poi aggiungere:
A un tiro di sasso, così appare, siede il pubblico del Teatro Diurno: le facce rivolte da questa parte. Ma poiché il palcoscenico è nascosto, fa un effetto molto strano, non sapendone la ragione, vedere i loro volti cambiare così improvvisamente dalla serietà al riso; e ancora più strano, sentire gli applausi ripetuti, rimbombare nell'aria serale, mentre il sipario cala. [...] E adesso, il sole sta tramontando, in una così magnifica varietà di luci rosse, verde e dorate, che né penna né pennello potrebbero descrivere; e al suono delle campane del vespro, subito scende l'oscurità, senza un crepuscolo.
E infine sulla dicerìa che voleva la spianata dell'Acquasola come luogo frequentato da spettri:
Poi, le luci iniziano a brillare in Genova, e sulla strada di campagna; e la lanterna rotante là in mare, lampeggiando, per un istante, su questa facciata di palazzo e sul portico, lo illumina come una brillante luna che spunta da dietro una nuvola; poi, lo fa svanire in profonda oscurità. E questo, per quanto ne sappia, è l'unico motivo per cui i genovesi lo evitano dopo il tramonto, e pensano che sia infestato da fantasmi. Il mio ricordo, a guisa di spettro, lo frequenterà molte notti, nel tempo a venire. [...] Lo stesso spettro ogni tanto salperà via, come ho fatto io una piacevole sera d'autunno
Incidentalmente va ricordata la diceria secondo cui Dickens avrebbe concepito proprio durante la sua permanenza a Genova i famosi Racconti di Natale.