Sonetti romaneschi
raccolta di poesie romanesche di Giuseppe Gioacchino Belli / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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I Sonetti romaneschi sono una raccolta di sonetti scritti in dialetto romanesco da Giuseppe Gioachino Belli durante il XIX secolo. Si tratta della produzione più corposa di poesie durante l'Ottocento: consta di ben 2279 sonetti, un compendio delle contraddizioni della plebe romana, i cui personaggi sono di volta in volta strumenti e bersagli della satira; tipi umani, psicologici e sociali - che oscillano in un registro che va dal comico all'ironico al grave - ben rappresentano la diversità di un microcosmo unico, ma anche esprimono opinioni individuali, di gruppo o corali[1].
«Io ho deliberato di lasciare un monumento di quello che oggi è la plebe di Roma.
In lei sta certo un tipo di originalità: e la sua lingua, i suoi concetti, l'indole, il costume, gli usi, le pratiche, i lumi, la credenza, i pregiudizi, le superstizioni, tuttociò insomma che la riguarda, ritiene un'impronta che assai per avventura si distingue da qualunque altro carattere di popolo. Né Roma è tale, che la plebe di lei non faccia parte di un gran tutto, di una città cioè di sempre solenne ricordanza.»
(Giuseppe Gioachino Belli, Introduzione alla raccolta dei sonetti)
Sonetti romaneschi | |
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Foto di Belli | |
Autore | Giuseppe Gioachino Belli |
1ª ed. originale | 1864-1865 |
Genere | poesia |
Sottogenere | poesia dialettale |
Lingua originale | italiano |