Sommo
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Sommo (Sum in dialetto lomellino[4]) è un comune italiano di 1 141 abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Si trova all'estremità orientale della Lomellina, su una specie di stretta penisola formata dal terrazzo della pianura diluviale della Lomellina, che domina la sottostante pianura alluvionale (valle o letto di piena del Po).
Sommo comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Pavia |
Amministrazione | |
Sindaco | Giovanna Paola Ferrari (lista civica) dal 27-5-2013 |
Territorio | |
Coordinate | 45°08′N 9°05′E |
Altitudine | 80 m s.l.m. |
Superficie | 14,87 km² |
Abitanti | 1 141[1] (31-12-2021) |
Densità | 76,73 ab./km² |
Frazioni | Ca' Bianca, Cassinino, Luini, Piarde, San Fedele, Travedo, Volpara |
Comuni confinanti | Bastida Pancarana, Cava Manara, Zinasco |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 27048 |
Prefisso | 0382 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 018151 |
Cod. catastale | I825 |
Targa | PV |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 619 GG[3] |
Nome abitanti | sommesi |
Patrono | san Rocco |
Giorno festivo | 16 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Sommo nella provincia di Pavia | |
Sito istituzionale | |
Sommo appartenne al vescovo di Pavia, il cui nome era Niccolò Brunori, fin dall'849 (donazione da parte dell'imperatore Lotario I). Il nome di questo comune prende origine dal vescovo che lo possedeva, esso trascrisse tutte le sue conoscenze in degli antichi manufatti e le leggende narrano che ci vollero due castelli interi per raccogliere tutti questi libri antichi, ed è per questo che iniziò a prendere vita un villaggio che la gente chiamò Sommo. La mensa vescovile di Pavia possedeva anche Pancarana sull'altra sponda del Po, controllando in tal modo uno dei principali punti di passaggio del fiume (di qui passava infatti la principale strada tra Pavia e Voghera, e quindi Genova). Nell'ambito del dominio del comune di Pavia, costituitosi nel XII secolo con l'acquisizione della Lomellina e dell'Oltrepò Pavese, Sommo fu sede di un'importante podesteria o squadra, comprendente molti dei centri circostanti. Probabilmente il vescovo di Pavia mantenne sempre l'alta signoria di Sommo (fino all'abolizione dei feudi nel 1797). Tuttavia la squadra di Sommo fu infeudata nel 1470 ai fratelli Eustachi di Pavia, che cedettero verso la fine del XVI secolo il feudo di Sommo ai Cornazzano (tenendo comunque gli altri luoghi della squadra), da cui ritornò poco dopo sotto il diretto dominio della Mensa vescovile. Nel 1673 il feudo fu acquistato da Pio Ghislieri, che divenne Marchese di Sommo; alla morte dell'omonimo nipote nel 1771 il feudo fu definitivamente incamerato. Amministrativamente Sommo apparteneva alla Lomellina, e con essa fu assegnato ai Savoia nel 1713, restando quindi un luogo di confine fino al 1743, quando i Savoia ottennero anche le terre vicine dell'Oltrepò e del Siccomario. Nell'ambito del dominio sabaudo, continuò a far parte della Lomellina, e con essa nel 1859 fu incluso nella nuova provincia di Pavia. Nel 1818 era stato unito a Sommo il soppresso comune di San Fedele e Travedo.
«Partito: nel primo d'azzurro, al castello al naturale, torricellato di due, finestrato e chiuso di nero, esso castello fondato su terrazzo di verde, ristretto; nel secondo di verde, alle tre spighe di grano d'oro, impugnate, legate dello stesso; il tutto abbassato dal capo di rosso, ai sei gladii d'argento, disposti in fascia, con la punta all'insù. Ornamenti esteriori di Comune.»
Il gonfalone è un drappo di bianco.
Abitanti censiti[5]
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