Sikhara
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Shikhara (Śikhara) é un termine sanscrito che significa "picco montuoso" e si riferisce alle torri dei templi indù dell'India del Nord.[1] Le torri Shikhara sono costruite sul sancta sanctorum, dove la divinità dedicataria risulta più evidente e visibile in un tempio indù dell'India del nord.[2][3]
Nell'India del Sud il termine equivalente a "shikhara" è "vimana".
Queste torri non devono essere confuse con le elaborate torri dei templi indiani del sud, chiamate "Gopuram" che sono le caratteristiche di spicco della maggior parte di quei templi.
Tra i diversi stili di shikhara presenti nell'architettura indù dei templi, i tre più comuni sono:[2]
In ogni stile shikhara/vimana, le strutture culminano in un "Mandir kalash", un ricettacolo sacro in ottone dorato in cima alla torre.
Nello stile vesara la cupola tende ad essere altamente ornata ed emerge dal Sukanasa o è riccamente scolpita orizzontalmente.
In origine i shikhara erano omogenei, ma con il tempo, i shikhara secondari (a volte chiamati urushringa), più piccoli e più stretti, sono stati inseriti sui lati del shikhara principale: essi sono shikhara eterogenei.[5]
Alcuni shikhara terziari si trovano, a volte, in prossimità delle estremità dei lati o negli angoli.
Uno dei più notevoli esempi di shikhara eterogeneo è quello del Tempio Kaṇḍāriyā Mahādeva di Khajuraho.
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