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Shīn (in arabo شين? /ʃi:n/) è la tredicesima lettera dell'alfabeto arabo. Nella numerazione abjad essa può assumere due valori: 300 nella variante orientale, 1000 in quella occidentale (propria, cioè, del Maghreb).
Questa lettera, al pari di Sīn, deriva secondo alcuni da dell'alfabeto nabateo, secondo altri da ܫ dell'alfabeto siriaco. In ogni caso deriva da shin dell'alfabeto aramaico (), che nacque dalla sin dell'alfabeto fenicio (), generata dalla sims dell'alfabeto proto-cananeo ().
Foneticamente corrisponde alla fricativa postalveolare sorda (ʃ). Essa, cioè, è assimilabile alla combinazione nella lingua italiana sc davanti alle vocali e o i. Lo stesso suono è descritto nei paesi anglofoni dal digramma sh, in lingua francese da ch.
Graficamente differisce da sīn esclusivamente dai tre punti che sovrastano il segno grafico.
Shīn viene scritta in varie forme in funzione della sua posizione all'interno di una parola:
Forma isolata | Forma finale | Forma intermedia | Forma iniziale |
ﺵ | ـش… | …ـشـ… | …ﺷ |
Nella traslitterazione dall'arabo scientifica è traslitterata š, ma la si trova comunemente anche come sh.
Shīn è una lettera solare. Ciò significa che quando a una parola che inizia con questa lettera è posto davanti l'articolo determinativo (ال alif lām, al), si verifica il fenomeno fonetico dell'assimilazione, con geminazione della consonante iniziale della parola. Pertanto, è necessario pronunciare l'articolo come se al posto della lettera lām ci fosse una seconda šīn.
Ad esempio شمس (shams, sole) diventa الشمس (alshams, il sole), che si pronuncia [aʃ'ʃams]
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