Sette divinità della fortuna
gruppo di sette divinità giapponesi dell'epoca Edo (1603-1868) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Le sette divinità della fortuna (七福神?, shichifukujin) presenti nella mitologia e nel folclore giapponese sono un gruppo di divinità venerate per ricevere aiuto nella vita quotidiana e per ottenere benefici mondani.[1]
Il culto ebbe origine nel periodo Muromachi quale risultato dell'influenza del tema iconografico cinese dei "Sette saggi della canna di bamboo". In particolare, l'espressione shichifukujin sembra derivare da "i sette problemi e le sette fortune" menzionati nel sutra buddista “Niō gokoku hannya haramitsu-kyō”.[2]
Vi fanno parte: Daikokuten (大黒天? Dio dell'abbondanza e ricchezza), Bishamonten (毘沙門天? Dio della guerra), Benzaiten (弁才天 o 弁財天? Dea della bellezza, della musica e di tutto ciò che scorre), Ebisu (恵比寿? Dio del cibo quotidiano), Fukurokuju (福禄寿? Dio della buona sorte e della lunga vita), Jurōjin (寿老人? Dio della conoscenza e della longevità) e Hotei (布袋? Dio della felicità).[3]
Solo una delle sette divinità, Ebisu, è di origine giapponese. Le altre provengono dalla Cina e dall'India: tre di loro fanno parte della tradizione taoista e le restanti tre affondano le loro radici nel Buddismo.[4] Per molto tempo le sette divinità sono state adorate dai giapponesi singolarmente, per poi essere raccolte nel gruppo degli Shichifukujin, protettore delle arti e delle professioni, come quella dei mercanti, dei dottori, dei pescatori, degli intellettuali, e altre ancora.[5]
Secondo una delle tradizioni più importanti legate a questo culto, durante i primi giorni del nuovo anno le sette divinità si trasformano in marinai e discendono dal paradiso a bordo della nave del tesoro (宝船?, takarabune), dotata di poteri magici, per approdare nei porti del mondo terreno e portare agli uomini tesori e buona sorte.[6][7]