Semiotica del visibile
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La semiotica dell'arte visiva è quella disciplina che si occupa di studiare le qualità significanti di un'opera artistica visiva.
La disciplina si sviluppa fondamentalmente grazie alle ricerche e alle riflessioni condotte dal semiotico Greimas, e in particolare attraverso un suo specifico saggio: "Semiotica plastica e semiotica figurativa".[1]
L'attività di semiotico dell'arte visiva non va confusa con quella del critico d'arte: infatti mentre quest'ultimo si occupa di analizzare un quadro attraverso le qualità compositive (valutazione dell'immagine dipinta, del grado di realismo dell'immagine, della bellezza dell'opera), lo scopo del semiotico d'arte è quello di ricercare significati all'interno dell'opera, attraverso una precisa strategia di analisi.
Sebbene con semiotica visiva ci si possa riferire a qualunque forma di linguaggio visivo, comprese scultura, fotografia, e il regime di significazione dell'immagine cinematografica, il saggio di Greimas preso in esame è incentrato principalmente sui quadri e le rappresentazioni pittoriche, dando però avvio ad una corrente di pensiero che influenzerà anche buona parte delle ricerche inerenti alla semiotica del cinema e degli altri linguaggi visivi.[1]