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frazione del comune italiano di Scarlino Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Scarlino Scalo è una frazione del comune italiano di Scarlino, nella provincia di Grosseto, in Toscana.
Scarlino Scalo frazione | |
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Veduta di Scarlino Scalo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Grosseto |
Comune | Scarlino |
Territorio | |
Coordinate | 42°56′36″N 10°50′13″E |
Altitudine | 12 m s.l.m. |
Abitanti | 1 582 (2011) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 58020 |
Prefisso | 0566 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
La frazione costituisce il centro abitato più esteso e popolato del comune, ed è quindi dotata di numerosi servizi.
Situato nella piana del fiume Pecora, alle pendici del monte d'Alma sotto il borgo collinare di Scarlino, si sviluppa a ridosso della via Aurelia e della ferrovia Tirrenica. Dista circa 6 km dal centro comunale e poco più di 38 km da Grosseto.
Scarlino Scalo si presenta come un moderno centro abitato, sviluppatosi a partire dal XIX secolo nella piana del Pecora intorno alla stazione ferroviaria, scalo del borgo di Scarlino, che invece sorge sulle propaggini del monte d'Alma.
La frazione è nota poiché nell'estate del 1849, Giuseppe Garibaldi, in fuga dalle guardie pontificie, vi si rifugiò ospite di Angiolo Guelfi a Palazzo Guelfi. Il 2 settembre, con l'aiuto di alcuni patrioti maremmani della zona, riuscì a raggiungere la spiaggia di Cala Martina oltre i boschi delle Bandite di Scarlino e si imbarcò su di un peschereccio alla volta di Portovenere.
Quella che segue è l'evoluzione demografica della frazione di Scarlino Scalo. Sono indicati gli abitanti del centro abitato e dove è possibile è inserita la cifra riferita all'intero territorio della frazione.
In tempi recenti è stata realizzata a ovest del centro abitato, in località Casone, una grande area industriale, dove, tra i vari stabilimenti, si trovano quello dell'industria chimica della Nuova Solmine, che produce acido solforico, e della Huntsman Tioxide, che sintetizza biossido di titanio. Dal 1996 è in funzione, sempre presso l'area industriale del Casone, il Cogeneratore, impianto di produzione di energia elettrica ottenuto recuperando i vecchi forni di arrostimento della pirite. L'impianto era stato concepito per il recupero energetico da rifiuti industriali. Dal 1996 al 2003 ha bruciato CDR e biomasse. Dal 2003 ha bruciato biomasse; attualmente è entrato nell'interesse dell'amministrazione provinciale per lo smaltimento del CDR. A seguito di una serie di battaglie legali tra la società che gestisce l'impianto e associazioni ambientaliste, liberi cittadini e Comuni di Follonica e Scarlino, l'impianto viene chiuso nel 2015, ma solo nel 2019, dopo la sentenza del Tribunale di Grosseto, viene impedita ufficialmente la riapertura, in quanto la prosecuzione dell’attività nella sua attuale configurazione produceva immissioni dannose alla salute delle persone[7].
Scarlino Scalo è servita da un'uscita della strada statale Aurelia e dalla stazione di Scarlino, scalo ferroviario dell'intero territorio comunale.
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