Testa di cervo d'oro (simbolo del santo omonimo del rione) con il busto di Cristo[1] in camporosso.[2]
Piano regolatore
Nel 1925 fu deliberata una "variante del piano regolatore di Roma, che imponeva la risistemazione urbanistica di una larga zona all’interno del rione Sant'Eustachio: l'area interessata, su via della Dogana vecchia e piazza Sant'Eustachio, sarebbe stata liberata dall'ingombrante sagoma dei palazzi del Senato per un totale di 1200 mq, consentendo di aprire un ampio spazio nell'angusta area antistante palazzo Giustiniani e la salita de' Crescenzi. Il piano prevedeva che la facciata del palazzo del Senato di via della Dogana vecchia arretrasse di venti metri, a fine lavori ridotti a sedici, con una consistente diminuzione degli ambienti destinati a uffici e lo smantellamento della tipografia ivi collocata"[3].
L'intervento di risistemazione edilizia ebbe luogo a partire dal 1926, per concludersi nel 1930.
Edificio a due piani con marcapiani decorati a stucco, finestre protobarocche con architrave, festoni e volute, presenta una facciata con affreschi di Federico Zuccari.