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politico italiano (1936-2013) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Alessandro Fontana detto Sandro (Marcheno, 15 agosto 1936 – Brescia, 4 dicembre 2013[1]) è stato un politico italiano, Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica nel governo Amato I e vicepresidente del Parlamento europeo.
Alessandro Fontana | |
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Sandro Fontana nel 1987 | |
Presidente del Centro Cristiano Democratico | |
Durata mandato | 1998 – 2002 |
Predecessore | Clemente Mastella |
Successore | dissoluzione partito |
Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica | |
Durata mandato | 28 giugno 1992 – 28 aprile 1993 |
Capo del governo | Giuliano Amato |
Predecessore | Antonio Ruberti |
Successore | Luigi Berlinguer |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 2 luglio 1987 – 29 luglio 1992 |
Legislatura | X, XI |
Gruppo parlamentare | Democratico Cristiano |
Circoscrizione | Marche |
Collegio | Fermo |
Incarichi parlamentari | |
membro della Commissione Affari Costituzionali membro della Commissione Parlamentare per le questioni regionali | |
Sito istituzionale | |
Europarlamentare | |
Durata mandato | 19 luglio 1994 – 19 luglio 1999 |
Legislatura | IV |
Gruppo parlamentare | FE (1994-1995) UPE (1995-1996) PPE (1996-1999) |
Circoscrizione | Italia nord-occidentale |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | DC (1970-1994) CCD (1994-2002) |
Professione | Docente universitario |
È stato docente di Storia contemporanea all'Università degli Studi di Brescia. Consigliere regionale della DC e assessore alla Cultura della Regione Lombardia per dieci anni, a partire dal 1970.[2]. È il padre dell'attuale simbolo della Regione Lombardia, la Rosa Camuna, fu infatti su sua proposta che fu adottato come simbolo regionale.[3]
Tra il 1985 e il 1986 è stato vicesegretario della Democrazia Cristiana sotto Ciriaco De Mita.
Nel giugno 1987 fu eletto senatore per la DC[4] Fu direttore del quotidiano della Democrazia Cristiana Il Popolo dal 1989 al 1992 sul quale scrisse con lo pseudonimo "Bertoldo".
Rieletto al Senato nell'aprile 1992, si dimise nel luglio successivo,[5] perché divenuto Ministro dell'Università, Ricerca Scientifica e Tecnologica nel governo Amato I dal 28 giugno 1992 al 28 aprile 1993. Caduto il governo, tornò alla sua cattedra di Storia Contemporanea all'Università di Brescia.
Successivamente nel 1994 è stato tra i fondatori, oltre che esponente, del Centro Cristiano Democratico (CCD). È stato eletto deputato europeo alle elezioni del 1994, chiudendo la campagna elettorale a Desenzano del Garda, per le liste di Forza Italia in quota CCD. È stato presidente della Commissione per le petizioni, vicepresidente del Parlamento europeo e del gruppo parlamentare "Forza Europa"; membro della Commissione per i diritti della donna, della Sottocommissione per la sicurezza e il disarmo, della Delegazione per le relazioni con la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Slovenia e della Commissione per la cultura, la gioventù, l'istruzione e i mezzi di informazione[6].
Nel 1998 divenne presidente del CCD. Nel 2000 fu presidente del Consiglio nazionale del CCD[7], fino al 2002.
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