San Pellegrino (Gualdo Tadino)
frazione del comune italiano di Gualdo Tadino Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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San Pellegrino è una frazione del comune di Gualdo Tadino (PG).
San Pellegrino frazione | |
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San Pellegrino | |
Chiesa di San Pellegrino. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Umbria |
Provincia | Perugia |
Comune | Gualdo Tadino |
Territorio | |
Coordinate | 43°15′51″N 12°44′09″E |
Altitudine | 490 m s.l.m. |
Abitanti | 319 (anno 2001) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 06023 |
Prefisso | 075 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | Sanpellegrinesi |
Patrono | sant'Emidio, Madonna di Montecamera |
Giorno festivo | 1º maggio |
Cartografia | |
Il paese si trova sul pendio (490 m s.l.m.) del colle di Monte Camera, che domina la pianura di Gualdo Tadino, circa a metà strada tra il capoluogo e l'abitato di Fossato di Vico. Il paese sorge sulla strada montana che congiunge Gualdo Tadino a Gubbio, cosa che ha rivestito una notevole importanza nei tempi passati. Secondo i dati Istat del censimento 2001, risulta occupato da 319 residenti.
Si crede che i primi abitanti del paese siano stati i romani che costruirono la via Flaminia, che anticamente scorreva nelle vicinanze del borgo.
L'Imperatore Ottone III nel 996, fece dono del paese al conte longobardo Offredo (figlio di Monaldo, conte di Nocera e discendente dai Monaldeschi di Orvieto) come ricompensa per aver militato con lui.
Noto nel medioevo come Castro Contranense (forse da una corruzione del verbo latino contrahere, raggruppare), il paese deve il cambio di nome ad un avvenimento leggendario accaduto nel 1004 quale la morte di un pellegrino. Si narra che questi, accompagnato da un giovincello, proveniente dalla Provenza e diretto a Montecassino, chiese invano rifugio dalle intemperie agli abitanti del paese. L'eccezionale maltempo causò una alluvione, provocando la morte del pellegrino. Gli abitanti, dopo un sogno rivelatore, ne cercarono i resti e trovarono il suo bastone miracolosamente fiorito. Venne, allora, allestito un funerale con tutti gli onori e da allora (sec.XII) il paese mutò nome e si cominciò a ricordare ogni anno questo avvenimento la sera del 30 aprile.
Fino all'inizio del XIV secolo fu feudo dei conti di Coccorano (discendenti sempre dal conte Monaldo), che governarono anche Perugia per un breve periodo, per poi passare al comune di Gualdo Tadino, verso la fine del XV secolo, ed infine alla famiglia Calai, tuttora, dopo oltre mezzo millennio, proprietaria del Castello, della torre e dei possedimenti attigui.
Da oltre mille anni l'ultima settimana di aprile si celebra il Maggio di San Pellegrino.
La sera del 30 aprile un gruppo di abitanti, detti maggiaioli, partono di corsa dalla piazza del paese per recarsi nel luogo, sino ad allora conosciuto solo dal capomaggio, per abbattere due pioppi: il primo gigantesco ed un secondo più piccolo che simboleggerà la punta fiorita del bastone del pellegrino.
Caricati i pioppi su di un carro agricolo detto sterzetto, i maggiaioli li portano nella piazza di San Pellegrino, percorrendo di corsa il braccio ovvero l'ultimo tratto in salita all'ingresso del paese. Giunti in piazza procedono a scavare una grande buca, in cui il pioppo verrà piantato, a ripulirlo da ogni ramo e scortecciarlo, e ad unire i due pioppi per formare un unico tronco. Durante questa fase di pulitura tutti i presenti raccolgono e conservano i rametti ottenuti dalla scortecciatura, che la tradizione vuole siano veri portafortuna.
Si è quindi pronti per la fase più avvincente e faticosa: issare il maggio, che in genere supera i trenta metri di altezza, con il solo ausilio di scale in legno e corde. Operazione delicata e pericolosa che solitamente termina a notte inoltrata e viene salutata dalle campane e dai fuochi d'artificio.
Altra festa di interesse è la festa della Madonna di Montecamera che viene festeggiata ogni 5 anni e che richiama numerosi fedeli da tutto il comprensorio. La festa religiosa è composta da varie manifestazioni sia di carattere religioso, culturali e intrattenimento.
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