San Mommè
frazione del comune italiano di Pistoia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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San Mommè (o Sammommè) è un piccolo centro abitato[1] del comune di Pistoia sorto in prossimità della sorgente dell'Ombrone Pistoiese, a circa 555 metri sul livello del mare. La località si trova nella zona nord del territorio comunale pistoiese, a circa 12 chilometri dal centro cittadino.
San Mommè centro abitato | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Pistoia |
Comune | Pistoia |
Territorio | |
Coordinate | 44°01′33″N 10°54′29″E |
Altitudine | 555 m s.l.m. |
Abitanti | 135 (2011) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 51100 |
Prefisso | 0573 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | sammommeani |
Patrono | san Matteo |
Cartografia | |
In quest'area Caterina de' Medici era solita soggiornare stagionalmente, con tutta la corte, per la caccia al cervo. Il borgo era ben conosciuto anche all'epoca del granducato, ma solo nei primi lustri del '900 cominciò a svilupparsi trasformandosi in località di villeggiatura, aiutato anche dall'entrata in funzione della fermata ferroviaria (intorno al 1930).
Il centro sorge intorno alla pieve di San Matteo e al suo campanile, dotato delle campane più prestanti della vallata; le abitazioni, inizialmente addossate attorno al piccolo oratorio di Pian di Ripalta (detto Il Chiesino) nel casolare di Savaiana, si sono in seguito sviluppate intorno alla pieve; mano a mano le abitazioni si sono poi sparse tra i castagni dei boschi circostanti. Il borgo non ha subito speculazioni edilizie, avendo la Pro loco locale acquisito gli spazi centrali del Paese adibendone uno a parcheggio ed uno a parco (il Pratone).
Nel paese sono presenti due alberghi, un campo da tennis, una piscina, un campo da calcetto.
L'origine del nome sembra discenda da un santo eremita orientale, amico dei leoni, che si chiamava Mammone o Mamante. I longobardi lo veneravano e quando giunsero qui ne imposero il culto in quel primo nucleo abitato detto Savaiana, che poi è diventato l'attuale San Mommè.
San Mommè è facilmente raggiungibile in auto da Pistoia percorrendo o la strada che passato l'abitato di Piteccio si arrampica per una serie di tornanti (che sono stati teatro di una tappa del Giro d'Italia nel 1989 e nel 2005) o dalla SS 64 fino al km 11 dove un cartello indica un bivio a sinistra che dopo una comoda discesa di circa 2 km conduce in paese
È presente una piccola stazione della Ferrovia Porrettana.
Nella piazza principale del paese sorge la pieve di San Matteo.
La chiesa si presume sia stata fondata attorno al 1400. Il primo corpo dell'edificio è di piccole dimensioni, dalle tracce murarie infatti si nota che la prima chiesetta misura circa 7 m di lunghezza. I suoi muri vengono costruiti con grosse bozze di pietra e, come si può vedere ancora oggi, era assai bassa e sicuramente non coperta a volta e tutto il complesso prendeva luce da tre lunette.
Nel 1695 Giovanni Morelli costruisce il pulpito in marmo e lo colloca sul lato sinistro sopra la porta laterale. All'anno 1696 risale la costruzione della balaustra e dei due gradini in marmo.
Nel 1702 viene eretto l'altare marmoreo sinistro e collocati nelle pareti del presbiterio i due tabernacoli in marmo; nel 1706 vengono costruiti anche l'altare maggiore ed i tre gradini in marmo su cui poggia.
All'interno della pieve si nota una tela di scuola bolognese della fine del '600, raffigurante il martirio dell'apostolo Matteo. Questo dipinto viene posto dal parroco Giuliano Morelli sopra l'altare maggiore, ma nel 1966 viene rimosso dal parroco Antonio Turchi per riscoprire l'affresco (non datato) e viene collocato sull'altare di sinistra.
Sopra l'altare di destra si trova una tela raffigurante alcuni santi ed un quadro della Vergine.
A sinistra dell'interno della facciata è inserito un battistero in pietra con coprifonte in legno ed un affresco raffigurante il Battista, il tutto risalente al 1700.
Nell'adiacente sagrestia soffittata in legno è visibile un bel banco settecentesco a muro ed un lavabo in pietra dello stesso periodo.
Dell'anno 1994 è il bassorilievo policromo della Passione di San Mamante, realizzato dell'artista pistoiese Vanni Melani, collocato sulla parte interna sinistra dell'ingresso della Pieve.
Il campanile una salda costruzione in pietra dai muri massicci, ma di snella forma quadrangolare, con un perimetro di base di 18 m ed un'altezza di 23,70 m. Vi si trova la cappella della visitazione e un organo antico.
L'oratorio di Pian di Ripalta nasce prima dell'anno 1000 a Savaiana dove in quegli anni i longobardi stabiliscono il primo nucleo abitato di San Mommè. In origine è soltanto una piccolissima costruzione che a mala pena riesce a contenere un'immagine di San Mamante. Viene ingrandito non di molto ma sufficientemente per poter ospitare qualche fedele nel 1200 da un certo Michele di Ricevuto, ricco mercante della zona.
Alla fine del 1600 viene ingrandito ulteriormente e l'oratorio viene dedicato alla Beata Vergine e denominato di Santa Maria in Savaiana o della Beata Vergine di Ripalta, viene costruito anche un campanile.
Nel 1700 viene costruito davanti all'ingresso un porticato, viene eretto al suo interno un altare, una balaustra in pietra, una volta di ispirazione rinascimentale, vengono portate delle panche, un'acquasantiera, un candeliere e viene installata una robusta porta in noce.
Col passare del tempo a causa dell'antichità di costruzione e della mancanza di adeguate e tempestive riparazioni l'oratorio subisce un lento ma costante processo di decadimento che lo porterà al limite del crollo fin quando, nel 1970, viene restaurato.
All'interno dell'oratorio si nota un altare in pietra rivestito con mosaici in marmo del '600, una tela con santi e riquadro raffigurante la Vergine col Bambino di autore ignoto anch'esso del '600 e due quadri, uno di Del Moro e l'altro di Uliviero Ulivieri (1952).
La piccola sagrestia coperta con una volta a crociera evidenzia un caminetto in pietra del '700 che prima si trovava in una stanza sovrastante adibita a dimora dei sacerdoti, che in seguito ad un crollo non fu mai ricostruita anche per poter permettere una maggiore visibilità al campanile di orma secentesca.
San Mommè è formato da svariati casolari sparsi intorno al nucleo principale del paese; si va dal casolare di Bertocci (a circa 300 metri di altezza), fino ai Lagoni (a circa 800 metri).
Nel paese è stata costruita una centrale di teleriscaldamento a cippato che serve a riscaldare le case del paese in modo meno inquinante e meno oneroso dei normali combustibili fossili progettato e finanziato dalla Regione Toscana e dal Comune di Pistoia
Dopo vari ritardi, finalmente, il 27 novembre 2010 è stata inaugurata la centrale e il primo lotto di utenti (circa 40 famiglie) può usufruire di questo servizio. Il secondo lotto di lavori è cominciato nella primavera del 2011.
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