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Guitry fu un figlio d'arte: suo padre era Lucien Guitry (1860–1925), un attore teatrale parigino che lavorò per nove anni al Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo prima di tornare in Francia. In quel periodo nacque Alexandre-Pierre Georges Guitry, a cui fu dato il nomignolo Sacha. L'esordio arrivò a cinque anni, quando apparve sulla scena con il padre. Scrittore brillante e prolifico sin da giovane, a 17 anni Guitry aveva già scritto la prima delle sue 120 commedie. L'amicizia con Georges Feydeau influenzerà gran parte della sua formazione teatrale comica e brillante. Fra le sue opere, vanno segnalate Nono (1905), Petite Hollande (1908), con una prefazione di Octave Mirbeau, La Pèlerine écossaise (1914), Deburau (1918), Jean de la Fontaine (1922), Un sujet de roman (1923). Famose sono anche Quadrille, Tôa, N'écoutez pas, Mesdames, Désiré, Faisons un Rêve, Le Nouveau Testament e Beaumarchais.
Esponente in vista della società parigina, nel 1919 Guitry sposò la cantante Yvonne Printemps. Con lei recitò in un buon numero di opere, portando la popolarissima Mozart in città del Nord America come New York e Boston e in Canada, a Montréal. Sette delle sue opere furono scritte a quattro mani con Albert Willemetz, il suo miglior amico. Oltre alle opere teatrali, Sacha Guitry scrisse e recitò in molti film agli albori della cinematografia, esordendo alla regia già nel 1914. La critica gli riconosce la capacità innovativa, per la quale a volte viene paragonato a Orson Welles. Dei 30 film da lui diretti, fra i più noti vanno segnalati Il romanzo di un baro (1936), Le perle della corona (1938) e Versailles (1954).
Nell'autobiografia Le cinéma et moi la sua concezione della settima arte è sintetizzata in una definizione, teatro in conserva, intendendo con ciò sottolineare non soltanto il piacere di quanto il linguaggio cinematografico apporti a quello teatrale, ma soprattutto la tensione che si viene a creare tra la registrazione, che si basa sulla velocità, e i tempi improntati a una rappresentazione teatrale.[1] Nel 1936 il governo francese lo insignì del titolo di commendatore della Legion d'onore[2]. Fu anche membro dell'Académie Goncourt. Dopo la seconda guerra mondiale passò sessanta giorni in prigione per una sospetta collaborazione con i nazisti, ma fu riabilitato da un processo celebrato successivamente, secondo il quale non solo non collaborò con le autorità tedesche ma avrebbe addirittura aiutato molte persone a sfuggire alle persecuzioni. Sacha Guitry è sepolto con il padre, il fratello e la sua quinta moglie al cimitero di Montmartre. Dopo la sua morte, a Parigi e Nizza gli fu intitolata una strada, e Radio France gli dedicò uno studio.
A Sacha Guitry la stampa ha dedicato sempre una particolare attenzione anche in Italia, la sua morte è annunciata nella prima pagina del Corriere della sera che riporta nei titoli quella che sarebbe stata la sua ultima battuta: «Non devo guastare la mia entrata in scena».[3] Severo fu il giudizio di Georges Sadoul nel suo Dictionnaire du cinema del 1965 che troviamo tradotto in Italia da Sansoni: «Le roman d'un tricheur ci ha lasciato (...) il suo più fedele autoritratto, con la sua utilizzazione dell'autoesaltazione imbonitrice e narcisistica, ch'egli pretendeva chiamare monologo interiore o commento».[4] Sulla stessa linea si muove alcuni anni dopo Alfonzo Canziani in Cinema di tutto il mondo: «I suoi film, spesso strutturalmente assai simili tra di loro, non sono mai andati oltre una certa vivacità anche se spesso di fattura un po' grossolana».[5]Goffredo Fofi, cui si deve la traduzione, la revisione e l'adattamento in Italia dell'Enciclopedia di Sadoul nel 1967 insieme a Paolo Gobetti, in un articolo su Internazionale del 2022 reputa quale grande artista Sacha Guitry, «scrittore e commediografo, attore e regista, capocomico attivissimo in Francia dagli anni venti del Novecento fino alla morte».[6]
Narrativa
Memorie di un baro[Mémoires d'un tricheur], traduzione di Davide Tortorella, Postfazione di Edgardo Franzosini, Milano, Adelphi, 2022 [1936], ISBN978-88-459-3734-7.
Autobiografia
(FR) Le cinéma et moi, Préface de François Truffaut, Salleboeuf, Le-Livre / Le Village du Livre, 1990 [1977], ISBN2859568948.
Opere teatrali
elenco parziale:
Le KWTZ, dramma passionale in un atto (Théâtre des Capucines, 1905)
Nono, commedia in tre atti (Théâtre des Mathurins, 1905)
Chez les Zoaques, commedia in tre atti (Théâtre Antoine, 1906)
La Clef, commedia in quattro atti (Théâtre Réjane, 1907)
Sandro Toni, Guitry, Sacha, in Cinema di tutto il mondo. I registi e le oro operea cura di Alfonso Canziani, Milano, Oscar Studio Mondadori, 1978, p.186.