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Il saccheggio di Palermo, anche conosciuto come impresa di Palermo, si svolse nel 1063 nell'area portuale e nelle zone limitrofe dell'omonima città.
Saccheggio di Palermo | |||
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Data | 1063 | ||
Luogo | Porto di Palermo | ||
Esito | Vittoria pisana e conseguente saccheggio dell'area portuale di Palermo e delle zone limitrofe | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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Perdite | |||
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Voci di guerre presenti su Wikipedia | |||
Nell'anno 1063, la Repubblica di Pisa, avendo subito numerosi torti da parte dei saraceni, inviò in Sicilia una flotta guidata da Giovanni Orlandi con l'obiettivo di soggiogare o depredare l'emirato islamico.[1]
Nell'estate dello stesso anno, l'esercito pisano prese d'assalto Palermo, più precisamente l'area portuale, riuscendo dopo un sanguinoso combattimento a depredare enormi ricchezze; gli storici parlano di sei galee cariche di merci. Non riuscendo a entrare dentro la città, senza incorrere in ingenti perdite[2], i pisani decisero di continuare le razzie presso la foce del fiume Oreto[3], dove saccheggiarono numerose ville suburbane. Finito ciò, ripresero la via del mare.
Con la decima parte del bottino derivante dall'impresa di Palermo, fu finanziato il Duomo di Pisa ubicato in Piazza dei Miracoli.
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