Rivalità Bartali-Coppi
rivalità ciclistica fra Gino Bartali e Fausto Coppi / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La rivalità tra Gino Bartali e Fausto Coppi è stata nel secondo dopoguerra uno degli argomenti, sportivi e non, più dibattuti d'Italia: tale rivalità, tra due delle prime e più grandi personalità "mitizzate" dello sport italiano, fu una delle più famose nel mondo dei pedali – insieme a quella tra Binda, Girardengo e Guerra prima, e tra Moser e Saronni poi –, nonché di tutto lo sport italiano[1] (che a quell'epoca si accendeva anche sui duelli motoristici fra Gilera e Guzzi), riempiendo per oltre un decennio le cronache sportive e mondane della nazione, contribuendo in modo fondamentale a rendere il ciclismo uno sport di massa al centro dell'attenzione dei mass-media.[2].
Bartali e Coppi sono stati forse i più importanti ciclisti italiani di sempre, nonché figure di assoluto primo piano nel panorama sportivo mondiale degli anni 1940 e 1950, con Bartali che divenne professionista nel 1934 mentre Coppi, più giovane di cinque anni, nel 1939: fino al 1954, anno di ritiro di Bartali, i due si diedero battaglia dominando la scena, vincendo otto Giri d'Italia (rispettivamente 5 Coppi e 3 Bartali), conquistando 39 tappe (22 Coppi, 17 Bartali), 4 Tour de France (due a testa), sette Milano-Sanremo (4 Bartali, 3 Coppi), più numerose altre competizioni per un totale di 124 vittorie di Ginettaccio Bartali e 122 dell'Airone Coppi.[3]
All'epoca la rivalità tra i due campioni fu vista anche come una metafora per la suddivisione sociale e politica del paese, diviso tra movimenti di ispirazione laica, impersonati da Coppi, e d'influenza cattolica, che Bartali rappresentava con la sua devozione e i suoi riti della tradizione popolare. Con le prime elezioni della neonata Repubblica Italiana, Coppi e Bartali divennero i simboli dei due principali fronti politici in lizza, il Partito Comunista Italiano e la Democrazia Cristiana: Coppi era definito comunista, mentre Bartali era il democristiano. Questa divisione era soprattutto strumentale, e poco aderente alla realtà dei fatti: Coppi e Bartali insieme erano stati ricevuti dal papa. Tuttavia, la forte immagine cattolica-democristiana di Bartali necessitava una figura in antitesi che rappresentasse i movimenti socialisti, per cui Coppi venne eletto a simbolo dei partiti di quest'area, che si identificavano anche con la laicità del campione.[4]