Rifiuti marini
inquinamento dei mari causato dai residui delle attività umane / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
I rifiuti marini[1], noti anche come detriti marini[2], sono una forma di inquinamento delle acque libere (mari e oceani) in conseguenza dell'attività umana. Il termine si usa per indicare la dispersione in mare di oggetti costruiti ed utilizzati quotidianamente dall'uomo[3][4][5]. I detriti oceanici galleggianti tendono ad accumularsi al centro dei vortici e sulle coste, spesso incagliandosi, e per questo sono noti come rifiuti da spiaggia o tidewrack[6]. Lo smaltimento deliberato dei rifiuti in mare è chiamato dumping oceanico[7]. Sono presenti anche rifiuti di origine naturale, come legni e semi trasportati dalla corrente.
La plastica è uno dei materiali di rifiuti marini a maggior impatto, sia per l'elevato impiego che per il fatto che non si biodegrada rapidamente, a differenza dei materiali naturali o organici[8]. Per quanto riguarda i rifiuti marini in plastica, la percentuale più importante (~10%) è costituita da reti da pesca danneggiate o perse durante l'utilizzo[9]. La plastica trasportata dall'acqua rappresenta una seria minaccia per i pesci, gli uccelli marini, i rettili marini e i mammiferi marini, nonché per le barche e le coste[10].
Anche i rifiuti gettati nelle fognature che finiscono nei corsi d'acqua e quelli provenienti dalle discariche trasportati dal vento e dalle correnti sono ulteriori fattori che contribuiscono a questo problema.
Per prevenire e mediare i rifiuti e gli inquinanti marini sono state emesse leggi e politiche a livello internazionale. L'ONU ha incluso la riduzione dell'inquinamento marino nell'Obiettivo 14 per lo Sviluppo sostenibile "La vita sott'acqua". A seconda della rilevanza delle questioni e dei diversi livelli di contributo, alcuni paesi hanno introdotto politiche di protezione più specifiche. Inoltre, alcune organizzazioni no-profit, ONG e organizzazioni governative stanno sviluppando programmi per raccogliere e rimuovere la plastica dagli oceani. Tuttavia, nel 2017 l'ONU ha stimato che entro il 2050 negli oceani ci sarà più plastica che pesci se non verranno adottate misure sostanziali[11].