Renato Curcio
sociologo italiano ed ex brigatista (1941-) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Caro Wikiwand AI, Facciamo breve rispondendo semplicemente a queste domande chiave:
Puoi elencare i principali fatti e statistiche su Renato Curcio?
Riassumi questo articolo per un bambino di 10 anni
Renato Curcio (Monterotondo, 23 settembre 1941) è un ex terrorista italiano, tra i fondatori delle Brigate Rosse[1][2][3][4][5][6].
Formatosi all'Università di Trento, dove fu iscritto a Sociologia senza arrivare a conseguire la laurea, e nelle lotte del Movimento Studentesco, nel 1969 fondò, con altri, come la moglie Margherita Cagol e Alberto Franceschini, il Collettivo Politico Metropolitano, che avrebbe dato origine, passando per l'esperienza di Sinistra Proletaria, al primo nucleo delle Brigate Rosse, il principale gruppo di lotta armata dell'estrema sinistra attivo negli anni di piombo.
Arrestato nel 1974 ed evaso l'anno dopo, rimase nuovamente latitante per un breve periodo, e fu in seguito arrestato e condannato a 28 anni di reclusione per concorso morale in omicidio, in seguito all'attacco alla sede del Movimento Sociale Italiano di Padova (Curcio non vi partecipò e non uccise mai nessuno di persona, ma fu fra gli ispiratori dell'azione e ne scrisse il proclama di rivendicazione), per la costituzione di associazione sovversiva e altri reati. Pur non essendosi mai dissociato, ha dichiarato la fine della lotta delle BR e ha criticato alcune delle sue scelte. Nel 1998 è stato quindi scarcerato con quattro anni di anticipo e dopo quattro anni di semilibertà; in tutto, ha scontato circa 25 anni di reclusione, di cui 21 in carcere (12 in regime di carcere duro).[7]
Da allora è tornato all'attività di intellettuale e saggista nella cooperativa editoriale e sociale Sensibili alle foglie, da lui fondata, la quale si occupa di tematiche legate alla disabilità, nonché a istituzioni totali (come carceri e manicomi), immigrazione e studi sulle nuove forme di controllo sociale nella società di massa.