![cover image](https://wikiwandv2-19431.kxcdn.com/_next/image?url=https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/21/Civil_Flag_and_Civil_Ensign_of_the_Kingdom_of_Sardinia_%25281816-1848%2529.svg/langit-640px-Civil_Flag_and_Civil_Ensign_of_the_Kingdom_of_Sardinia_%25281816-1848%2529.svg.png&w=640&q=50)
Regno di Sardegna (1720-1861)
regno sotto la sovranità di casa Savoia (1720-1861) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Caro Wikiwand AI, Facciamo breve rispondendo semplicemente a queste domande chiave:
Puoi elencare i principali fatti e statistiche su Regno di Sardegna (1720-1861)?
Riassumi questo articolo per un bambino di 10 anni
Il Regno di Sardegna è, per sineddoche, la denominazione informale con cui si identifica lo Stato (composito prima, unitario poi) retto dai Savoia, in seguito alla guerra di successione spagnola. Infatti, in forza del trattato di Londra del 1718 e del trattato dell'Aia del 1720, Vittorio Amedeo II di Savoia ottenne il titolo di Re di Sardegna, associando così tale Regno agli altri Stati ereditari governati dalla Casata, formati dal Principato di Piemonte con il Ducato di Savoia, la Contea di Nizza e di Asti, il Ducato di Aosta, il Ducato del Monferrato, la signoria di Vercelli, il Marchesato di Saluzzo, il Principato di Oneglia, una parte del Ducato di Milano (a questi si aggiunse poi il Ducato di Genova, in seguito all'annessione della Repubblica di Genova decisa dal Congresso di Vienna).[8]
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/d6/1leftarrow_blue.svg/18px-1leftarrow_blue.svg.png)
La denominazione cominciò a essere utilizzata progressivamente per indicare l'insieme dei possedimenti sabaudi anche se formalmente il Regno di Sardegna continuò a essere limitato all'omonima isola ed essere istituzionalmente distinto dai cosiddetti "Stati di terraferma" della dinastia sabauda, condividendone solo il capo dello Stato, re per i sardi, duca per i savoiardi, principe per i piemontesi, ecc. Per indicare ufficialmente l'insieme dei possedimenti sabaudi si usavano i termini "Stati del Re di Sardegna"[9] o, più brevemente, Stati sardi.[10]
Gli Stati di Terraferma erano governati in modo unitario direttamente dai sovrani sabaudi mentre l'antico Regno di Sardegna godeva di un'ampia autonomia; infatti, era retto da un viceré con una propria Segreteria di Stato[11].
Questa autonomia venne meno con la cosiddetta fusione perfetta e la successiva promulgazione, da parte di Carlo Alberto di Savoia, di una carta costituzionale: lo "Statuto del Regno Sardo o Statuto Fondamentale della Monarchia di Savoia del 4 marzo 1848" (noto come Statuto Albertino). Venne quindi adottata una forma di governo centralista ispirata al modello francese.
Sempre nel 1848, gli Stati Sardi dichiararono guerra all’Austria ed occuparono temporaneamente i ducati di Parma e Guastalla, gli Stati di Modena e Reggio, la Lombardia ed alcune province venete.
L’11 luglio 1848, durante la guerra, fu decretata con la Legge 747 la nascita di un nuovo Regno che univa tutti questi territori.[12]
Come si può desumere dagli scritti di Cavour del 20 giugno 1848[13], a guerra conclusa questo nuovo regno avrebbe dovuto chiamarsi Regno dell’Alta Italia.
A questo punto, la denominazione “Stati Sardi” avrebbe dovuto scomparire, se non fosse che Carlo Alberto perse la guerra e tutti i territori conquistati.
Il nuovo Regno rimase fino al 17 marzo 1861 senza un nome ufficiale e negli atti di governo lo Stato continuerà ad essere chiamato Stati Sardi o Stato Sardo o anche, ufficiosamente, Regno Sardo.[14]
Questo contribuirà al diffuso equivoco che tale regno sia l'antico Regno di Sardegna, che invece giuridicamente non venne mai esteso nel continente.
L'istituzione del nuovo regno unitario decretò infatti anche la fine formale dell'antico Regno di Sardegna (per consuetudine araldica, un regno non può essere parte di un altro regno). Con la legge 776 del 12 agosto 1848 venne abolita la carica di viceré.
Tuttavia, i Savoia continuarono a fregiarsi del titolo di Re di Sardegna (come anche di Duca di Savoia, Principe del Piemonte ecc...) anche in seguito all'unificazione italiana.