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contrabbassista statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ray Brown (Pittsburgh, 13 ottobre 1926 – Indianapolis, 2 luglio 2002) è stato un contrabbassista statunitense di musica jazz.
Ray Brown | |
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Ray Brown a fine anni quaranta | |
Nazionalità | Stati Uniti |
Genere | Jazz |
Periodo di attività musicale | 1946 – 2002 |
Strumento | contrabbasso |
Ha un posto di rilievo nella vasta schiera di pittsburghiani assieme ad altri musicisti jazz di prestigio tra i quali Erroll Garner, Kenny Clarke e Mary Lou Williams, e fa parte, assieme a Oscar Pettiford, Charlie Mingus e Percy Heath, della generazione di bassisti allievi di Jimmy Blanton[1].
Considerato dalla critica una pietra miliare, viene ricordato per la sua potente sonorità e per la capacità di adattarsi a circostanze diverse grazie alla sua grande familiarità con il linguaggio del bebop[2].
I primi contatti con la musica furono tramite lezioni di pianoforte che Brown iniziò a prendere dall'età di otto anni. In seguito, deciso a cambiare strumento, dopo un tentativo senza successo di intraprendere lo studio del trombone,[3]scelse di indirizzarsi al contrabbasso. Le prime esperienze sulla scena jazz di Pittsburgh – sotto l'influsso di Jimmy Blanton, bassista della formazione di Duke Ellington – avvennero col sestetto di Jimmy Hinsley e col gruppo del pianista Snookum Russell, fino al conseguimento del diploma e alla decisione di Brown di trasferirsi a New York[4].
Nella metropoli statunitense, appena ventenne ritrovò Hank Jones e accettò l'offerta di Dizzy Gillespie in cerca di un bassista per la propria formazione, nella cui sezione ritmica suonavano – oltre a Brown – John Lewis, Milt Jackson e Kenny Clarke, il nucleo del futuro Modern Jazz Quartet. L'esperienza gli diede anche l'opportunità di venire a contatto fra gli altri con Charlie Parker, Art Tatum[4] e Bud Powell[5].
Interrotto il sodalizio con Gillespie nel 1947, Brown formò un proprio trio che costituì il gruppo di supporto per le esibizioni di Ella Fitzgerald, che egli sposò l'anno seguente e da cui avrebbe divorziato nel 1952. Chiusasi nel 1951 l'esperienza col proprio trio, Brown si unì a Oscar Peterson con cui suonò in trio fino al 1966, anche se in questi quindici anni ebbe modo di esibirsi con una moltitudine di altri artisti jazz[6].
Dopo aver lasciato il trio di Peterson, Ray Brown si trasferì a Los Angeles, divenendo il manager di artisti jazz fra cui Quincy Jones e Milt Jackson col rinato Modern Jazz Quartet[6]. Nella città californiana lavorò in studio e nel 1974 formò il gruppo L.A. Four, impegnandosi al contempo a far emergere artisti semisconosciuti come la cantante Ernestine Anderson, o dimenticati come Gene Harris[5]. Proprio quest'ultimo, al pianoforte, fu un suo partner nei trii con cui negli anni ottanta e novanta il contrabbassista si esibì in concerto e registrò in studio[4].
Ray Brown è morto nel sonno nel 2002, durante un riposo pomeridiano qualche ora prima di un concerto che avrebbe dovuto tenere a Indianapolis[4].
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