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Privilegi anglosassoni
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I privilegi anglosassoni (Anglo-Saxon charters) costituiscono un corpus documentario della prima parte dell'alto medioevo della Britannia. Gli atti annoverati sotto tale titolo contengono di solito concessioni di terre o registrazioni di privilegi. Questi atti erano di norma scritti su pergamena, in latino medievale, spesso però con sezioni in volgare, e illustravano i confini delle proprietà terriere, spesso corrispondenti agli attuali confini parrocchiali. I più antichi documenti sopravvissuti fino a noi risalgono al 670: i più antichi contenevano concessioni territoriali alla Chiesa, ma dall'ottavo secolo queste carte furono sempre più usate per concessioni di terre a laici.
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Sotto il termine charter si raccoglie un ampio repertorio di scritti legali, inclusi Diplomi, mandati e testamenti[1]. I primi erano documenti regali, concessioni di diritti su terre o altri privilegi emanati dal re. I mandati erano autenticati da un sigillo e andarono gradualmente a sostituire gli attestati quale prova del possesso delle terre durante il primo periodo Anglo-Sassone e il periodo normanno. Le terre possedute in forza di uno di questi documenti erano chiamate booklands.
Gli atti del corpus costituiscono una risorsa fondamentale per comprendere l'Inghilterra anglosassone, assieme alla Cronaca anglosassone e ad altre fonti letterarie. Questi documenti sono raccolti nella 'Annotated List' di Peter Sawyer, e vengono di solito indicati con il loro numero di catalogazione preceduto da una S (per es. S407).