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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pomigliano d'Arco è un comune italiano di 39 784 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania.
Pomigliano d'Arco comune | |
---|---|
Il municipio | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Città metropolitana | Napoli |
Amministrazione | |
Sindaco | Lello Russo (lista civica) dal 25-5-2023 |
Territorio | |
Coordinate | 40°55′N 14°24′E |
Altitudine | 33 m s.l.m. |
Superficie | 11,71 km² |
Abitanti | 39 784[1] (31-10-2023) |
Densità | 3 397,44 ab./km² |
Frazioni | Castello, Cutinelli, Feudo, Guadagni, Papaccio, Masseria Tavolone, Paciano, Pratola Ponte |
Comuni confinanti | Acerra, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Sant'Anastasia, Somma Vesuviana |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 80038 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 063057 |
Cod. catastale | G812 |
Targa | NA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 127 GG[3] |
Nome abitanti | pomiglianesi |
Patrono | san Felice |
Giorno festivo | 14 gennaio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Pomigliano d'Arco nella città metropolitana di Napoli | |
Sito istituzionale | |
È noto per il suo polo industriale, tra i più grandi e sviluppati dell'Italia meridionale. Nell'area industriale sono presenti, tra gli altri, lo stabilimento Giambattista Vico di Stellantis, il centro Elasis, lo stabilimento della Leonardo (ex Alenia Aermacchi) e quello dell'Avio (General Electric), oltre ad aver ospitato negli anni sessanta il primo aeroporto della Campania.
Pomigliano d'Arco è posizionata 12 km a nord-est di Napoli[4], e si estende su un territorio del tutto pianeggiante. Fa parte del territorio comunale anche la frazione Cutinelli, un'exclave completamente circondata dal territorio comunale di Sant'Anastasia. La città presenta una zona storica e una zona più nuova sviluppatasi negli anni sessanta e settanta in conseguenza della forte attrattiva che suscitava il polo industriale, che si andava in quegli anni completando.
Il clima è molto umido, a causa del terreno su cui è insediata la città, che un tempo accoglieva paludi e acquitrini. La zona è spesso battuta dai venti che arrivano dall'Appennino campano. La stazione meteorologica più vicina è quella di Napoli-Capodichino.
Nel 2022 l'ARPAC e l'European Environment Agency stimano che la stazione di monitoraggio di Pomigliano d'Arco sia una delle più inquinate in Europa centrale.[5]
Salvatore Cantone, storico di Pomigliano d'Arco, nei suoi “Cenni Storici” fa risalire l'origine del paese all'età romana, allorquando un senatore, spedito sul luogo dal senato romano, quale arbitro in una controversia di confini tra Napoli e la città di Hyria[6], devolse alla repubblica il territorio conteso, che per questo divenne “Campo Romano”. A guardia di esso, Roma pose dei coloni, tra i quali vi erano i Pomilii, a cui certo si deve il nome Pomigliano. Il Cantone, dunque, come del resto già Vittorio Imbriani, esclude che il nome “Pomigliano” possa derivare da qualsiasi altra deduzione etimologica alternativa che non sia quella latina legata ai Pomilii di epoca romana.
L'altra metà del nome, d'Arco, allude alla collocazione del paese rispetto agli archi dell'acquedotto augusteo, che portava da Serino[7] a Baiae[8] l'acqua per rifornire la Piscina mirabilis, immenso serbatoio d'acqua realizzato per le necessità della flotta romana di stanza a Misenum. Con le espressioni intus arcora e foris arcora, infatti si era soliti collocare le località ai piedi del Monte Somma, alludendo evidentemente al fatto che esse fossero di qua o al di là dell'acquedotto augusteo.
Con la diffusione del Cristianesimo i padri si raccolsero intorno ad una chiesa dedicata a San Felice, circondando il borgo di mura e baluardi, ancora visibili sulla fine del 1700. Fuori dal circuito delle mura fu eretta poi un'altra chiesa, quella della Santa Croce, affidata ai padri greci di San Basilio; intorno ad essa sorse un altro gruppetto di case che andò a costituire il borgo Santa Croce.
Con l'introduzione, nell'Alto Medioevo, del regime feudale, Pomigliano fu anch'esso costituito in feudo. Nel feudo il barone aveva suoi ufficiali per l'esazione dei suoi diritti. Il suo rappresentante maggiore era il “governatore”, che risiedeva nel castello o palazzo baronale, in piazza del Mercato. Il Cantone, con uno sforzo titanico, ricostruiva nei suoi “Cenni Storici”[9] l'elenco dei vari signori che si susseguirono, accompagnando i singoli talvolta di aneddoti curiosi e simpatici; così ricorda le conseguenze che la città patì per mano dei Francesi di Carlo VIII (ben trecento pomiglianesi furono massacrati in modo orrendo), nonché le numerose eruzioni vesuviane, come quella del 1631, che gravi danni arrecò alle strade e all'acquedotto (detto del Carmignano). Ma pure lo storico annota la visita a Pomigliano del Re Carlo di Borbone, che nel gennaio del 1735 si fermò a pranzo in città con tutto il suo seguito, per proseguire verso Nola.
L'avvento dei Giacobini, al quale i pomiglianesi si opposero fieramente, lasciò lutti e incendi, malgrado la fine della fase feudale. Nel 1836 il paese fu quindi decimato da un'epidemia di colera; le salme furono inumate parte nel cimitero di Napoli, parte in quello di Afragola. Per codesto motivo si stabilì di realizzare a Pomigliano un cimitero, alla cui costruzione fa cenno Paolo Emilio Imbriani in memorabili versi endecasillabi.
“ ... Nella solinga
ed ascondita via che dalle rose,
dilettanza di vergini si noma,
levasi a manca, ahi, delle rose invece
il funereo cipresso; e il cimitero
adombra. Io riposarmi ebbi in costume
sotto il rezzo de' pampini e de' pioppi,
quando affannato in giovanili corse
dal cammino avea requie
e pace avrommi io là, negata
altrove..."
La restaurazione post-napoleonica, decisa dal Congresso di Vienna, riportando sul trono i deposti sovrani, divenne sinonimo di reazione. Nelle Due Sicilie i Borbone si abbandonarono a repressione e vendetta; non restava che la cospirazione nell'ambito delle società segrete, da qui si originarono i moti del '20-'21 e del '48.
A questi ultimi eventi prese parte anche Carlo Poerio, che, però, tradito da un suo compaesano, Mauro Colella, finì per essere tratto in arresto. In quei concitati momenti anche parecchi patrioti pomiglianesi furono arrestati, tra questi era il dottore Carmine Guadagno, che non riuscì a sopravvivere alla prigionia.
L'impresa dei Mille, infine, segnò la fine del Regno delle Due Sicilie. Una ristretta classe dirigente (Destra e Sinistra Storica) di origine aristocratico-borghese si accollò il difficile compito di traghettare il paese verso l'effettiva unità nazionale.
Abitanti censiti[16]
Al 31 dicembre 2017 a Pomigliano d'Arco risultano residenti 960 cittadini stranieri, pari al 2,41%[17] della popolazione del comune. Le nazionalità più numerose sono:[18]
La città ha ospitato per anni, nella prestigiosa sede di Palazzo dell'Orologio, la sede didattica del corso di laurea in Turismo per i beni culturali dell'Università degli Studi "Suor Orsola Benincasa" di Napoli, appartenente alla classe 39 (Scienze del turismo) e afferente alla facoltà di Lettere.
È stato inaugurato nell'Aprile 2004 ed è situato nell'antico rifugio antiaereo di Piazza Mercato. Intitolato a Vincenzo Pirozzi, martire delle Fosse Ardeatine, è diviso in due aree complessivamente di 600 metri. Proprio una di queste aree è destinata alle gallerie per mostre e testimonianze sulla resistenza rese tramite video, foto, documenti in vere e proprie manifestazioni; l'altra area del museo è destinata a conferenze e manifestazioni di carattere multimediale e generale ed è sede di una biblioteca.
La Strada statale 7 bis di Terra di Lavoro attraversa gran parte del territorio comunale dove assume la denominazione di 'via Roma'
Vi sono tre svincoli del Raccordo della Strada statale 162 NC Asse Mediano che servono Pomigliano d'Arco:
Vi sono tre svincoli della Strada statale 162 dir del Centro Direzionale che servono Pomigliano d'Arco:
Vi è uno svincolo della Strada statale 268 del Vesuvio che serve Pomigliano d'Arco:
Vi è uno svincolo dell'Asse di Supporto Nola-Villa Literno che serve Pomigliano d'Arco:
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Ha sede nel Comune L'Associazione Sportiva Pomigliano. Dalla stagione 2002-2003 alla stagione 2018-2019 ha militato in Serie D.
A Pomigliano sono presenti uno stadio, intitolato Ugo Gobbato, una piscina comunale, un campo da rugby, un palazzetto dello sport e tre centri sportivi.
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