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dermatosi benigna caratterizzata da un decorso lento e un quadro clinico specifico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La pitiriasi rosea (di Gibert) è una dermatosi benigna caratterizzata da un decorso lento e un quadro clinico specifico. Fu descritta per la prima volta nel 1860 dal francese Camille-Melchior Gibert (1797-1866).
Pitiriasi rosea | |
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Pitiriasi rosea di Gibert. Piccole lesioni maculopapulari estese a livello del torace e dell'addome. Si noti la chiazza madre a livello della porzione superiore della linea alba. | |
Specialità | dermatologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
MeSH | D017515 |
MedlinePlus | 000871 |
eMedicine | 1107532 |
Colpisce soprattutto soggetti giovani (10-35 anni, negli ultimi anni però si sono verificati casi anche in età più avanzata), per lo più nei mesi primaverili e autunnali.
L'eziologia è sconosciuta. Tuttavia la presentazione clinica e le reazioni immunologiche suggeriscono che alla base del disturbo vi possa essere una possibile infezione virale. Alcuni autori ritengono che possa essere correlata a una riattivazione di una infezione da herpes virus, in particolare i ceppi 6 e 7, che possono causare la roseola infantum durante l'infanzia.[1][2][3][4]
La malattia compare senza nessun prodromo e senza altri sintomi con l'esclusione delle caratteristiche manifestazioni cutanee. Il periodo di osservazione dell'insorgenza si nota maggiormente durante i cambi stagionali, esposizione prolungata ad agenti in ambito lavorativo (polveri, particelle varie, ecc.) che vanno a determinare una secchezza particolare della cute.
Colpisce il busto, gli arti superiori e il cuoio capelluto; raramente il volto, gli arti inferiori, e i genitali. Si determina la formazione della prima "macchia" dapprima rosea detta "madre", dove le lesioni definite "a medaglione" sono di forma ovalare con eritema e desquamazione, i limiti sono netti e i bordi della lesione sono appena rilevati. C'è una risoluzione centrale. In seguito, dopo qualche settimana, vi è un ispessimento e secchezza con la "maturazione" del punto interessato. Il colore si intensifica per poi regredire rimanendo tuttavia la particolare mancanza di elasticità e idratazione del sito. La "macchia madre" assume un decorso "pulsante" e col passare del tempo altre macchie si susseguono a dislocazione casuale, le quali una volta "maturate" scompaiono, pur rimanendo quella madre.
Le manifestazioni cutanee si riscontrano nel tronco, collo e terzo superiore degli arti superiori. Esistono inoltre manifestazioni cliniche riguardanti morfologia e topografia delle lesioni atipiche.
I dermatologi spesso pongono la diagnosi solo su base clinica. Se la diagnosi non è chiara possono essere eseguiti alcuni esami per fare diagnosi differenziale ed escludere alcune condizioni simili: ad esempio la malattia di Lyme, la psoriasi guttata, l'eczema nummulare o discoide, l'eritema fisso da farmaci, la tinea corporis e la pitiriasi versicolor (micosi cutanee), la dermatite seborroica (clinicamente distinguibile grazie alle peculiari squame untuoso-giallastre) e altri esantemi virali.[5]
La biopsia delle lesioni permette di evidenziare eritrociti fuoriusciti dai vasi e localizzati all'interno di papille dermiche, così come cellule discheratosiche all'interno del derma.[6]
Tende all'autorisoluzione e non esiste una vera e propria terapia. Si consigliano l'uso di detergenti a pH leggermente acido, e con elevata idratazione. Regredisce in pochi mesi, per poi a volte ritornare. L'esposizione alla luce solare sembra accelerare la risoluzione della malattia.[7] Sono da utilizzare delle semplici precauzioni per evitare che la pitiriasi rosea possa condurre a ulteriori problematiche collaterali. È assolutamente da evitare grattare la pelle per il prurito ma piuttosto utilizzare delle creme emollienti. Il farmaco antivirale aciclovir sembra ridurre la durata e la gravità del disturbo.[8]
A volte, soprattutto nei bambini può essere utile il talco mentolato per lenire il prurito. Infine è sconsigliato assolutamente la somministrazione di cortisonici per via sistemica perché possono aggravare il quadro clinico della patologia che si manifesta una volta sola nella vita.
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