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scultore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pietro Faitini (Rezzato, 28 aprile 1833 – Brescia, 13 gennaio 1902) è stato uno scultore italiano.
Nato da Giovanni Faitini e Teresa Aleardi, ebbe modo di apprendere l'arte di lavorare la pietra presso la bottega del padre; infatti la famiglia del Faitini gestiva tale attività a Rezzato almeno dal XVIII secolo. Completò la propria formazione nel paese natale frequentando la scuola di disegno e di scultura fondata da Rodolfo Vantini – denominata Istituto Vantini – al fine d'apprendere la tecnica di lavorazione del marmo e della pietra.[1]
Nella sua produzione scultorea trasse ispirazione perlopiù da esempi di architettura rinascimentale, quali la chiesa di Santa Maria dei Miracoli, il palazzo della Loggia ed il mausoleo Martinengo.[1]
Divenuto abile nel trattare il marmo e specializzatosi in arredi artistici in pietra, a partire dal 1868 fino al 1877 soggiornò a Londra collaborando alla realizzazione dell'Albert Memorial su commissione della regina Vittoria, in onore del defunto consorte Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha. Nel contesto londinese Faitini si fece conoscere e apprezzare da nobili ed antiquari, ottenendo commissioni per la creazione di elementi decorativi presso giardini e ville, principalmente in stile rinascimentale e gotico.
Una volta rientrato a Brescia nel 1877 e forte dell'esperienze oltremanica,[2] fondò un atelier in corso Magenta a Brescia che raccogliesse l'eredità di quello paterno. La bottega divenne luogo di ritrovo per giovani architetti e scultori bresciani tra i quali figuravano Angelo Zanelli, Luigi Arcioni ed Antonio Tagliaferri. L'attività di Faitini e della sua bottega fu dunque principalmente incentrata sulla produzione di opere "all'antica"[1] quali camini ed elementi decorativi, talora anche con fittizie date quattrocentesche o cinquecentesche. Nelle corrispondenze letterarie intrattenute con Giuseppe Zanardelli si firmava: "Pietro Faitini scultore imitatore dell'antico".[1]
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