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scrittore e giornalista italiano (1922-1984) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Peter Kolosimo, pseudonimo di Pier Domenico Colosimo (Modena, 15 dicembre 1922 – Milano, 23 marzo 1984), è stato uno scrittore e giornalista italiano.
Le sue opere sono state diffuse o tradotte in 60 paesi ed è stato uno degli scrittori italiani più popolari negli anni settanta.[1][2] È stato, assieme al francese Robert Charroux e al britannico W. Raymond Drake[3] e prima di Erich von Däniken,[4] uno dei primi sostenitori delle teorie pseudoscientifiche dell'archeologia misteriosa[5] e in particolare della teoria degli antichi astronauti, che ipotizza la visita di civiltà extraterrestri sul suolo terrestre in tempi remotissimi.[6]
Nativo di Modena, il padre era generale dei carabinieri originario di Colosimi in Calabria,[7] la madre statunitense, proveniva da Hoboken, New Jersey;[7] Kolosimo studiò e visse a lungo a Bolzano; tutto ciò gli permise di scrivere indifferentemente in italiano, tedesco o inglese. Si laureò in filologia germanica moderna all'Università di Lipsia.[2][8] Durante la seconda guerra mondiale, come altoatesino, optò per l'arruolamento nella Wehrmacht,[9] da cui tuttavia disertò[10] divenendo partigiano in Boemia fra Plzeň e Písek.[2]
Aderente poi al comunismo di stampo marxista-leninista, dopo la guerra iniziò a lavorare come giornalista e come corrispondente estero per il quotidiano l'Unità.[2] Presente alla proclamazione della Repubblica Democratica Tedesca[7] nell'ottobre 1949, diventò successivamente direttore della stazione Radio Capodistria, venendo in seguito rimosso dall'incarico dalle autorità jugoslave per le sue simpatie filo-sovietiche.[2] Nel frattempo, nel corso degli anni cinquanta, pubblicò alcuni racconti di fantascienza con lo pseudonimo di Omega Jim. Tra la fine degli anni cinquanta ed i primi anni sessanta pubblicò anche nella collana venduta in edicola I Romanzi del Cosmo, e tenne una rubrica fissa nella rivista di astronautica e fantascienza Oltre il cielo,[11][12] nella quale esponeva le basi delle teorie che avrebbe poi sviluppato nei suoi numerosi libri, a partire da Il pianeta sconosciuto (1957). Intorno al 1960 si accostò al maoismo.
Nel 1961 conobbe la futura moglie Caterina,[9] assieme alla quale pubblicò alcuni degli ultimi libri, e da cui nel 1970 ebbe una figlia, Alessandra. Negli anni sessanta si dedicò alla divulgazione di varie teorie pseudoscientifiche. Secondo i Wu Ming, suoi estimatori, «Kolosimo intercettò la voglia di viaggio e di mistero che pervadeva tutto l'occidente (gli UFO, il triangolo delle Bermude, Uri Geller [...]) e la "dirottò" in una direzione inattesa. Camuffando da saggi divulgativi le sue narrazioni fantascientifiche, [...] creò un grande fenomeno di costume».[2] Nel 1969 Kolosimo vinse il Premio Bancarella con il best seller Non è terrestre, che fu diffuso in oltre 60 paesi tra i quali Russia, Giappone, Cina, rendendolo uno degli scrittori italiani più conosciuti al mondo.[2]
L'editrice SugarCo di Milano pubblicò i maggiori successi dello scrittore nell'apposita collana "Universo sconosciuto".[3] Dal novembre 1972 all'ottobre 1973, sempre le edizioni Sugar pubblicarono la rivista mensile Pi Kappa (dalle iniziali del nome d'arte dello scrittore, che ne fu ideatore e direttore responsabile), che riprendeva i temi da lui sviluppati nei suoi libri, tra cui archeologia misteriosa, parapsicologia, astronautica, ecologia ed esobiologia.[4] Kolosimo fu anche fondatore e coordinatore dell'Associazione studi preistorici Italia-RDT (ASP).[13] Scrisse inoltre saggi sulla sessuologia (Psicologia dell'eros, 1967; Il comportamento erotico degli europei, 1970), sull'interpretazione dei sogni (Guida al mondo dei sogni, 1968) e sulla storia dell'alchimia (Polvere d'inferno, 1975).[9]
Morì a 62 anni nel 1984 a Milano, dove insegnava presso la Società Umanitaria.[14] Le sue opere furono in parte ristampate negli anni novanta.[1] Dal 2004 Mursia ha acquisito i diritti dell'opera omnia di Kolosimo e ha ripubblicato i suoi testi principali.
Riposa presso il cimitero di Lambrate a Milano.
Scrittore molto popolare a livello internazionale nella seconda metà degli anni sessanta e per tutti gli anni settanta fino ai primi anni ottanta, le sue tesi furono riprese da vari scrittori di best seller del controverso filone della "fantarcheologia" o "archeologia misteriosa".
Secondo lo scrittore statunitense Jason Colavito, Kolosimo avrebbe falsificato documenti, inventato riferimenti bibliografici inesistenti o ne avrebbe falsificata la traduzione, riportando testi di fantascienza come reali.[15]
Il collettivo Wu Ming sostiene che i libri di Kolosimo "erano grande narrativa popolare travestita da saggistica" e vanno letti nel contesto ideologico della sua epoca; lo scrittore infatti "fa parte di un mondo tipicamente seventies, vivente nell'intersezione tra marxismo e scienze “altre”, tra UFO e rivoluzione". "Kolosimo era un marxista-leninista visionario, un comunista duro e impuro. Credeva nella rivoluzione, e pensava che le scoperte sulle origini extraterrestri delle civiltà umane avrebbero contribuito alla nostra consapevolezza. Voleva collegare passato remoto e futuro utopico, e così liberare il mondo. Il suo interesse per i dischi volanti – solo uno dei tanti argomenti di cui si occupò – era nutrito da questa passione politica".[16] La riflessione di Wu Ming su questi temi e quell'epoca è sfociata in un romanzo, Ufo 78 (2022), il cui protagonista, lo scrittore Martin Zanka, è liberamente ispirato a Kolosimo. Le vicende personali e famigliari dei due scrittori sono molto diverse, ma la carriera professionale, la bibliografia e le dichiarazioni pubbliche di Zanka sono dichiaratamente ricalcate su quelle di Kolosimo.
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